Giovedì 18 Aprile 2024

Fisco e catasto, ecco le riforme che vuole la Ue

Arrivano oggi le raccomandazioni a tutti i 27 Paesi. Assist a Draghi, che potrà così mettere all’angolo la sua litigiosa maggioranza

di Claudia Marin

È un doppio avviso quello che arriva da Bruxelles per il nostro Paese. Da un lato – nelle raccomandazioni ai 27 che saranno rese note oggi – si ammonisce: l’attuazione del Pnrr per l’Italia è "essenziale". Con quattro capitoli: più concorrenza, revisione del catasto, taglio del cuneo e sforbiciata sulle aliquote Irpef effettive. E un corollario: stop a scostamenti di bilancio e stop alla crescita della spesa pubblica, dal 2023, per evitare derive pericolose su deficit e debito.

Dall’altro lato – e tocca al commissario Paolo Gentiloni spiegarlo – la mancata realizzazione delle misure del Pnrr comporterebbe il pericolo di un’altra recessione per l’Italia. Il duplice monito si rivela un assist notevole per Mario Draghi, che l’altro giorno ha convocato addirittura un consiglio dei ministri per dare una scossa principalmente a Lega e Forza Italia, recalcitranti sul via libera a una delle due riforme considerate rilevanti da Bruxelles: quella sulla concorrenza. Un provvedimento che è bloccato in commissione Industria al Senato per il nodo delle concessioni balneari e che, a causa delle dinamiche governo-maggioranza, tiene in stand-by anche la delega fiscale (considerata riforma di accompagnamento al Pnrr), che sul catasto ha provocato turbolenze in commissione Finanze a Montecitorio. Ma questa settimana che si apre, dopo la strigliata di Draghi, dovrebbe portare all’accordo nella maggioranza per il via libera del Senato al pacchetto concorrenza. Nelle raccomandazioni, però, la Commissione sollecita l’Italia a metter mano anche alla riforma del catasto e a tagliare il cuneo fiscale e le aliquote Irpef effettive, così da fare arrivare più soldi in tasca ai lavoratori. Un fronte, quest’ultimo, sul quale il ministro Andrea Orlando spiega che "serve una manovra pluriennale che riguarda tutto il governo, in primo luogo il ministero dell’Economia".

L’Italia, comunque sia, ha 100 obiettivi del Pnrr da raggiungere entro fine 2022, 45 dei quali entro il 30 giugno, traguardo parziale per sbloccare la seconda rata dei fondi europei, pari a circa 24 miliardi a cui si aggiungerà un’ulteriore tranche a fine anno di 22 miliardi. Nella tabella di marcia del secondo trimestre il cronoprogramma sui 30 investimenti e le 15 riforme – assicurano, però, dal governo – è rispettato.

Ma, secondo il monitoraggio di Open Pnrr del sito Openpolis, la percentuale di completamento delle riforme è al 37,78% a fronte del 50,15% previsto alla fine di questo trimestre e l’andamento degli investimenti è al 20,09%, quasi 5 punti meno del target previsto a fine giugno. Certo è dunque che quest’anno le raccomandazioni di Bruxelles si caratterizzano non come una sferzata al governo ma come una strigliata ai partiti della maggioranza. Insomma una promozione delle scelte prudenti di Draghi e Franco, a fronte delle richieste di un nuovo sforamento di bilancio da parte di partiti della maggioranza.