Firenze sempre più regina nell’olimpo Unesco

Il sito cresce di 27 ettari: aggiunti San Miniato, piazzale Michelangelo e i giardini storici. Il sindaco Nardella: "Sono le nostre meraviglie"

Migration

di Olga Mugnaini

La notizia è arrivata online, direttamente da Fuzhou, in Cina: Firenze estende il suo patrimonio Unesco di altri 27 ettari. Così l’impero di bellezza in riva all’Arno, che già comprendeva l’intero centro storico, aggiunge l’abbazia di San Miniato, la chiesa di San Salvatore al Monte, le rampe, il piazzale Michelangelo, il giardino delle Rose e quello dell’Iris, e passa da 505 a 532 ettari.

È stata la 44esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale – che ha portato a 58 i siti italiani – a riconoscere che anche quello scampolo di città merita di essere difeso e protetto dalle insegne dell’Unesco.

Le ragioni del sì stanno nel riconoscere alla zona "una realizzazione artistica unica nel suo genere, un capolavoro d’opera, il risultato di una continua creazione protrattasi per oltre sei secoli, in grado di esercitare una influenza predominante sullo sviluppo architettonico e delle arti monumentali prima in Italia e poi in Europa".

Ma per ottenere il risultato non è stato semplice. Firenze ha lavorato sette anni alla pratica, procedendo con la pedonalizzazione del piazzale Michelangelo, il recupero delle rampe del Poggi e delle sue splendide fontane, il restauro delle scalinate di San Miniato e con gli interventi sul cimitero delle Porte Sante.

"Una giornata storica, perché abbiamo dimostrato lo straordinario valore di quest’area della città – spiega il sindaco Dario Nardella –, che comprende San Miniato e tutta la zona della riva sinistra dell’Arno, la splendida veduta dal piazzale, i giardini, le rampe recentemente restaurate e riportate all’originaria bellezza. Da ora in poi saranno annoverate tra le meraviglie del mondo al pari del centro storico cittadino. In tutto Firenze vanterà oltre 530 ettari di zone di inestimabile valore artistico, storico, ambientale. Grazie a quanti hanno creduto fin dall’inizio in questo esito e hanno lavorato senza sosta per arrivarci e in particolare a Carlo Francini, responsabile sito Unesco del Comune".

Soddisfazione anche da parte dell’abate di San Miniato al Monte, Bernardo Gianni, che nel 2019 ha festeggiato i mille anni dell’abbazia e che da allora ha portato avanti un ricco programma di valorizzazione culturale e spirituale. La collina di San Miniato è infatti legata alla città fin dalle sue origini. Il santo martire Miniato proprio sulle rive dell’Arno venne decapitato nell’anno 250. La storia dice che prese in braccio la sua testa e arrivò fino alla sommità del colle dove riposa da secoli. E dove nel suo nome fu fondata l’abbazia.

Un miracolo ben più semplice è avvenuto ieri, quando l’Unesco ha ritenuto di aggiungere al centro storico fiorentino, già Patrimonio dell’umanità, l’interno circuito delle mura cinquecentesche che univano la cinta trecentesca di Arnolfo di Cambio con il Forte di San Miniato.

All’interno di quest’area di 27 ettari sono racchiusi beni culturali e naturali di grandissimo valore quali, ad esempio il Parco della Rimembranza, luogo di celebrazione della cultura della pace e di memoria della Grande Guerra, il giardino delle Rose e quello dell’Iris, la Chiesa di San Salvatore al Monte, il sistema delle Rampe con la terrazza panoramica di Piazzale Michelangelo e i Viali realizzati su progetto di Giuseppe Poggi in occasione di Firenze Capitale.