Finlandia e Svizzera, addio neutralità E Berlino rompe il tabù del riarmo

La svolta tedesca 77 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale: investiamo 100 miliardi, il 2 % del Pill

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di Roberto

Giardina

"Niente sarà più come prima dopo l’Ucraina", ha detto Olaf Scholz, domenica in uno storico discorso al Bundestag. "Se i tempi cambiano, dobbiamo cambiare anche noi". La pacifica Germania cambia rotta, e il Cancelliere annuncia un investimento di 100 miliardi di euro per la Difesa, oltre ai 50 miliardi già previsti. Si arriverà a superare il 2% del bilancio.

La svolta della Germania, e la guerra in Ucraina, hanno spinto Finlandia e Svizzera a non perdere altro tempo, vogliono abbandonare la neutralità per entrare nella Nato, come chiedevano da qualche anno. "Non accetteremo una nuova minaccia da nord alla nostra sicurezza", dichiara Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo. "Saremo noi a decidere – risponde la premier finlandese Sanna Marin – Nato e Russia non possono trattare sopra le nostre teste. Non lasceremo che altri decidano per noi". E il presidente della Confederazione Svizzera, Ignazio Cassis, aggiunge: "Compiamo questo passo con convinzione, in modo ponderato e inequivocabile".

La Germania ha risparmiato per anni sulle forze militari. Esercito, marina e aviazione hanno pochi mezzi, pochi uomini. Mancano perfino le munizioni. Su 350 panzer Puma, solo 40 sono in grado di mettersi in moto. Su sei U-Boote, solo uno potrebbe entrare domani in azione. Un riarmo della Germania, sotto il peso del passato nazista, è stato sempre visto con sospetto. Berlino sembrava non voler partecipare allo sdegno mondiale contro Putin. Oggi tutti salutano la Wende, la svolta epocale, annunciata da Scholz, accusato fino a ieri di pensare più agli affari con Mosca che agli ucraini.

Nel 1945, a Yalta, il presidente americano Roosevelt propose di spartire il III Reich nazista in tanti statarelli, neutrali, dediti all’agricoltura. Era come regalare l’Europa a Stalin, e Churchill era quasi folle dalla rabbia. Dopo, alla Repubblica Federale fu vietato a lungo il riarmo. Poi, per far fronte alla minaccia sovietica, dagli Stati Uniti giunse il via libera. La Bundeswehr nasce ufficialmente il 12 novembre 1955, e la Germania entra nella Nato. L’Italia era entrata nel ’49, tra i fondatori dell’Alleanza.

Ma l’esercito tedesco è l’unico al mondo in cui si può disobbedire a un ordine ritenuto ingiusto, in base alla Innnere Führung, la guida interna, voluta da Wolf von Baudissin. Si deve obbedire alla propria coscienza e non al superiore. "Ein Befehl ist ein Befehl", un ordine è un ordine, aveva condotto a Auschwitz. Il servizio militare obbligatorio fu abolito nel 2011, ma oggi è difficile trovare volontari. La ministra della Difesa, Christine Lambrecht, non esclude che si debba tornare alla leva obbligatoria. Tra militari di carriera e riservisti la Germania dovrebbe avere un milione e 200mila uomini. Oggi, appena 10mila soldati, una divisione, sono pronti intervenire dove occorre. Nel 1962, Franz Josef Strauss voleva dare alla Germania aerei in grado di trasportare le atomiche. La rivista Der Spiegel pubblicò la notizia, e il ministro della Difesa mandò in galera il direttore Rudolf Augstein per 103 giorni. I tedeschi scesero in strada per manifestare, e Strauss fu costretto alle dimissioni. I giovani del ’68, a Berlino e a Monaco, prima che a Parigi, iniziarono la protesta contro i padri, piccoli complici di Hitler. E il primo nucleo della Baader Meinohf compì attentati nelle basi americane contro la guerra in Vietnam. La tradizione prussiana continuava al di là del muro: i soldati della Ddr erano gli unici al mondo a sfilare inquadrati in file da 18, a un passo simile a quello dell’oca.

A Berlino Est, li vidi marciare nel ’71 con fiori nelle canne dei mitra a tracolla. Militari ma figli dei fiori. Ero convinto che i tedeschi dell’Est e dell’Ovest non si sarebbero mai affrontati in battaglia. Ne dubitavano anche gli americani. Secondo un piano degli strateghi del Pentagono, in caso di guerra l’Armata Rossa sarebbe arrivata in Belgio in tre giorni. La reazione sarebbe stata colpire con mini bombe nucleari le città dell’Est e dell’Ovest. Ai tedeschi non piacque. All’inizio degli anni Ottanta, protestarono contro i missili a breve raggio, in strada scese con loro il giovane Gerhard Schröder. Oggi è sotto accusa perché troppo amico di Putin. Da Cancelliere, disse "nein" a Bush figlio per la guerra contro Saddam. Helmut Kohl si era limitato a mandare un assegno a Bush padre, durante la prima guerra contro l’Iraq. Ma Gerhard partecipò all´intervento contro la Serbia di Milosevic, insieme con Joschcka Fischer, che venne perfino aggredito dai suoi verdi pacifisti (riportò una lesione a un timpano). La Merkel si è tenuta fuori dall’intervento in Libia e in Siria, nel 2014 cercò di far da mediatrice per evitare la crisi in Ucraina. Una lunga tradizione di pace, i figli dei fiori sono ormai nonni, e i nipoti manifestano con le bandiere ucraine. Ma non amano le divise.