Lunedì 17 Febbraio 2025
REDAZIONE CRONACA

Fine dell’emergenza Covid. Le principali tappe del virus dal 2019 al 5 maggio 2023

Il lockdown, la crisi economica, i vaccini, le varianti e i dubbi sull’origine. Tutti i passaggi fondamentali che hanno segnato la pandemia mondiale

La fine dello stato di emergenza internazionale per la pandemia di Covid-19. Questa la decisione presa oggi dall'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità. Ma come ha sottolineato la responsabile Maria Van Kerkhove, "non si può abbassare la guardia: la fase di emergenza è finita, ma il Covid no".

Le tappe principali della pandemia di Covid-19 dal 2019 a maggio 2023
Le tappe principali della pandemia di Covid-19 dal 2019 a maggio 2023

Le tappe principali

Ecco le principali fasi dell'emergenza da dicembre 2019 a oggi. Il 31 dicembre 2019, l'Oms viene a conoscenza di casi di polmonite atipica a Wuhan, in Cina. Il 7 gennaio 2020 viene identificata la causa: un nuovo virus della famiglia dei coronavirus. Quattro giorni dopo, Pechino annuncia la prima morte ufficiale. Il 23 gennaio la città di Wuhan viene messa in quarantena. Il virus si diffonde rapidamente, il 6 marzo l'epidemia supera i 100mila casi ufficiali in tutto il mondo. L'11 marzo l'Oms annuncia ufficialmente l'inizio della pandemia.

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Il lockdown e le sue conseguenze

L'Italia, il primo Paese europeo colpito, impone il lockdown al Nord, che verrà poi esteso a tutto il territorio. Il 16 marzo anche la Germania invita la sua popolazione a "restare a casa" e il Regno Unito a evitare ogni "contatto sociale". La Francia si chiude in casa il giorno dopo, a seguire l'Ue chiude anche le frontiere esterne. All'inizio di aprile, più di 3,9 miliardi di persone, metà della popolazione mondiale, sono invitate a confinarsi mentre i casi di Covid sono oltre un milione.

Le borse crollano, interi settori dell'economia mondiale si fermano, e i governi e le banche centrali annunciano le prime massicce misure a sostegno. Nella primavera del 2020 gli Stati Uniti e il Brasile superano l'Europa per numero di morti. Nell'estate dello stesso anno, l'aggravarsi dell'epidemia in Europa porta diversi Paesi a imporre l'uso delle mascherine nei trasporti, per strada, nelle scuole e nelle imprese, provocando numerose proteste. Scontenti suscita anche l'obbligo di esibire un certificato sanitario o vaccinale per lavorare, viaggiare o accedere ai ristoranti.

I vaccini e le origini dibattute

A tempo di record vengono sviluppati i vaccini, le cui prime dosi arrivano a fine 2020 in Usa ed Europa. Dopo un inizio lento, la campagna di vaccinazione nei Paesi occidentali accelera bruscamente nel corso del 2021. Ma su scala globale, l'accesso alle dosi rimane diseguale: nell'autunno del 2022 l'Africa ha un tasso di vaccinazione molto basso, solo il 24% rispetto al dato mondiale del 64%.

Si aprono i dibattiti inerenti all'origine del virus. A gennaio e febbraio 2021 una delegazione dell'Oms indaga sull'origine del Covid-19 in Cina, senza giungere a una conclusione. Da Ginevra, l'agenzia esorta tutti i Paesi a condividere le proprie informazioni, in particolare Pechino e Washington. Nel mondo scientifico si diffonde l'opinione che la pandemia sia iniziata con la trasmissione del virus da un animale all'uomo, probabilmente nel mercato cinese. Tuttavia, alcuni ricercatori difendono ancora l'ipotesi di una fuoriuscita dal laboratorio di Wuhan.

Le varianti 

Nella primavera di quell'anno appare la variante Delta, molto più trasmissibile, che colpisce in primis l'India e causa nuovi focolai, soprattutto in Russia. Alla fine di novembre, fa la sua comparsa in Africa meridionale una variante ancora più contagiosa, la Omicron. Quest'ultima si diffonde in tutto il mondo all'inizio del 2022, causando un numero record di casi ma con sintomi meno gravi. L'inflessibile politica ‘zero Covid’ del presidente cinese Xi Jinping provoca nel novembre dello scorso anno un'ondata di proteste senza precedenti dalle mobilitazioni pro-democrazia di Tienanmen nel 1989. In risposta, Pechino allenta le restrizioni e alla fine ne revoca la maggior parte, provocando però, di conseguenza, un'impennata di casi, con ospedali sopraffatti e carenza di farmaci. Molti Paesi all'inizio del 2023 impongono che i viaggiatori provenienti dalla Cina presentino tamponi negativi.

La fine dell’emergenza

A marzo di quest'anno l'Oms assicura che presto il Covid non sarà più pericoloso dell'influenza stagionale. A poco a poco, i Paesi revocano lo stato di emergenza sanitaria e le relative misure anti-Covid. Oggi, l'Oms ha deciso di revocare il livello massimo di allerta. Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus stima che la pandemia abbia ucciso "almeno 20 milioni" di persone, quasi il triplo del bilancio ufficiale, che dichiara 7 milioni.