di Piero Degli Antoni MILANO Si è spenta la luce (rossa) per Luigi De Pedys, l’uomo che per primo portò il cinema porno in Italia. Forse non una virtù che merita un cavalierato, ma in qualche modo contribuì a far fare all’Italia un passo avanti (oppure indietro, a seconda dei punti di vista) sulla strada della liberazione sessuale. Nel novembre del 1977, con un metaforico ribaltamento di prospettiva, convertì il Majestic, zona Porta Venezia, fino ad allora dedicata ai film per bambini, nella prima sala dove si proiettavano film dichiaratamente pornografici, presto imitato da una selva di gestori in tutta Italia (piccola nota, il termine a luci rosse si riferisce al lampeggiante, preso da un camion distrutto dei vigili del fuoco, che metteva sul chi va là chiunque si fosse azzardato, ignaro, ad avvicinare la porta d’entrata – mentre un cartello avvertiva il tipo di proiezione in atto). Nel 1982 si contavano ben 125 sale destinate a questo tipo di programmazione. Non è durata molto, l’epopea dei cinema porno: estinta a partire dalla metà degli anni Novanta dall’avvento delle videocassette e poi, in modo ancora più travolgente, di internet. Morta e sepolta. Benché l’oggetto non sia dei più edificanti, oggi possiamo ricordare, anche con un velo di nostalgia, quelle sale ombrose, recondite, circonfuse da un alone di mistero maledetto che nelle loro cavità perennemente immerse in una penombra peccaminosa dischiudevano tesori di dionisiaca lussuria. Gli spettatori trotterellavano apparentemente svagati davanti all’ingresso, in attesa del momento buono, cioè quando la strada era deserta, per sgattaiolare all’interno. Mentre oggi il consumo di pornografia è strettamente privato, con l’erotomane barricato in casa in un’apoteosi di solipsismo sessuale, allora il cinema costringeva a condividere la passione coi propri simili, in un’atmosfera di clandestino libertinaggio, una minuscola, gioiosa repubblica indipendente fondata sulla libidine. Le sale cercavano di non dare troppo nell’occhio, con locandine ...
© Riproduzione riservata