Figlioletto ucciso, porta il corpo al supermercato a Città della Pieve

Perugia, mamma ungherese è sospettata di omicidio. In stato confusionale aveva messo il bimbo di 2 anni già morto sul nastro della cassa

I carabinieri al lavoro

I carabinieri al lavoro

È entrata in un supermercato con un bambino insanguinato. Lo teneva in braccio, poi lo ha adagiato sul nastro trasportatore di una delle casse: "Aiutatemi, è morto, è morto...", le sue urla. Ma non c’è stato nulla da fare per il piccolo Alex Juhasz, due anni, colpito più e più volte con un’arma da taglio. Il canovaccio di una tragedia agghiacciante va in scena in un Lidl di provincia a Po’ Bandino, frazione di quella Città della Pieve nota come la terra di pace in cui ha scelto di vivere il premier Mario Draghi. Un paese di poche anime dove nessuno in un primo momento, tra i presenti, si è reso conto di ciò che stava accadendo. Le prime chiamate al 118 chiedevano soccorso per un bimbo investito. E poi con il passare dei minuti dalle 15 circa in poi si sono delineati i contorni di un orrendo crimine.

La madre, 43 anni di origini ungheresi, sotto choc ha riferito versioni definite "inverosimili" e "contrastanti" da fonti inquirenti. Sulla vicenda la procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone ha aperto un fascicolo per omicidio volontario di cui al momento la madre sembrerebbe la prima ed unica indiziata. Il sostituto procuratore Manuela Comodi l’ha sentita a lungo proprio sul luogo dove la donna ha portato il corpo del suo bambino. Almeno cinque sarebbero le coltellate inferte tra il collo e il torace della vittima. Anche la madre è ferita ad un braccio, sembrerebbe una lesione da lama, non grave, che i sanitari hanno medicato sul posto, prima che la donna residente a Chiusi (dove lavora come ballerina e dove proprio giovedì sera era stata fermata dai carabinieri per un controllo stradale) fosse portata via per essere affidata alle cure dei medici.

Secondo una prima ricostruzione il piccolo sarebbe stato inizialmente trasportato in un passeggino, lo stesso che nell’ambito dei sopralluoghi è stato rinvenuto a meno di cento metri dall’ingresso del supermercato e sul quale sarebbero già state trovate tracce, probabilmente di sangue. Ma c’è un terzo luogo chiave nel racconto di questa tragedia ed è il rudere di un ex edificio dell’Enel, che si trova a poca distanza dal punto di ritrovamento del passeggino e dal supermercato, che gli uomini della sezione indagini scientifiche di Perugia e dei carabinieri del nucleo operativo di Città della Pieve hanno passato al setaccio per tutto il pomeriggio. Sarebbe stata proprio la madre ad indirizzarli al piano terra di quella palazzina fatiscente, e anche qui sarebbero state trovate tracce di sangue e altro materiale repertato dai militari: un fasciatoio e altri oggetti imbrattati di sangue. In tarda serata è stato poi ritrovato il coltello, l’arma del delitto, una lama non di grandi dimensioni. Nella notte la procura ha valutato e deciso il fermo della donna.

La tragedia si è consumata in una terra di confine, dove soltanto pochi chilometri separano l’Umbria dalla Toscana. Qui Po’ Bandino e Chiusi si sono uniti nel dolore. "Era inconcepibile per me pensare all’ultimo giorno di mandato vissuto con una tragedia simile - spiega il sindaco di Chiusi, Juri Bettollini -. La notizia ci lascia sgomenti e attoniti e ha sconvolto tutta la comunità". "Quello che è certo - ha detto invece il sindaco di Città della Pieve Fausto Risini - è che si tratta di una grande tragedia accaduta in un centro piccolo e tranquillo, ora sconvolto".