Il figlio down muore con la madre. Non l'ha abbandonata nel rogo

Padova, abbracciati nella casa in fiamme. "Legati fino all'ultimo"

Angelo insieme a Papa Francesco

Angelo insieme a Papa Francesco

Roma, 14 settembre 2018 - «Angelo si poteva salvare. Forse sì. O almeno così sembra, visto che è stato lui ad accorgersi dell’incendio e a gridare. Avrebbe forse potuto scappare. Ma ha voluto condividere con mamma Rosa, a cui era legatissimo, anche l’ultimo respiro. Non possiamo rimanere indifferenti a questa circostanza, che rende ancor più tragica la vicenda e che ci fa davvero riflettere sulla forza che può avere un legame». Antonio Ruzzon, vicesindaco di Conselve, torna sulla tragedia avvenuta nelle prime ore di mercoledì notte nel Comune del Padovano. Un dramma che ha commosso l’intero paese, quello in cui sono morti nel rogo che si era propagato alla loro abitazione Angelo Volpi, 42 anni, disabile per la sindrome di Down, e l’anziana madre, Rosa Lamberti, di 86 anni, dalla quale il figlio era inseparabile.

Ma lui, come testimoniato dai primi soccorritori e sottolineato dal vicesindaco, forse poteva salvarsi. L’hanno sentito chiedere aiuto dalla finestra ed era ancora vivo, anche se in condizioni disperate, quando l’appartamento è stato evacuato. I vigili del fuoco, che hanno fatto il possibile per strappare alla morte le vittime, quando sono entrati in camera da letto hanno trovato i due abbracciati sul letto, come per proteggersi. Sul luogo dell’incendio il primo a giungere, dopo la telefonata di un vicino di casa, è stato il comandante della stazione dei carabinieri, luogotenente Giuseppe Ferracane, che conosceva le vittime.

Il militare, nonostante il fumo ha cercato di raggiungere i due, ormai privi di sensi, rimanendo leggermente intossicato dalle forti esalazioni. È stato poi lui stesso, assieme ai colleghi di altre pattuglie della Compagnia di Abano Terme, a rimanere sul campo anche dopo l’arrivo dei sanitari del 118, che hanno tentato invano di rianimare madre e figlio; mentre i pompieri, che avevano trasportato a spalla i due corpi lungo una scala appoggiata alla finestra, si impegnavano fino all’alba per spegnere le fiamme divampate al piano terra nel garage. «Affabile, gentile, solare: sono queste le doti che rendevano Angelo una delle persone più note e benvolute del nostro paese – continua Ruzzon – . È un giorno di forte dolore per tutti noi. Cercheremo di essere vicini alla famiglia in ogni modo e nella maniera più concreta perché questo è un evento tragico e difficile da affrontare».

Un ricordo commovente anche quello di don Luciano Danese, parroco di Conselve: «Angelo era un figlio per molti, possiamo davvero dirlo. Lo era nel concreto: c’era chi lo ospitava a pranzo, chi a cena, chi passava con lui anche molte ore nel corso di una giornata. Ma d’altra parte, era una bella persona e non era difficile stare con lui, anzi».