Figli di coppie gay, Rai nel mirino La maggioranza: è ora di cambiare

FdI e Forza Italia attaccano la trasmissione di Lucia Annunziata, il cambio dell’ad sempre più vicino. Polemiche per la frase di Mollicone (Fratelli d’Italia): "La maternità surrogata è più grave della pedofilia"

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di Elena G. Polidori

Rai di nuovo nel mirino del governo, dopo il Festival di Sanremo, per quanto accaduto domenica durante tra trasmissione di Lucia Annunziata "In Mezz’ora" ospite la ministra Eugenia Roccella. Sotto la lente la conduzione dell’ex presidente della tv pubblica, che oltre a farsi sfuggire una parolaccia (si è poi subito scusata) avrebbe impedito alla ministra di parlare in merito alla possibilità – da parte degli organi politici – di legiferare sui figli delle coppie omogenitoriali, dopo lo stop alle registrazioni in molti comuni. "È davvero inaccettabile quanto successo durante la trasmissione", sono partiti all’attacco i componenti di Fratelli d’Italia della commissione di Vigilanza Rai. "La conduttrice ha più volte interrotto il ministro Eugenia Roccella impedendole di parlare, fino a scivolare nella volgarità. Che senso ha invitare un esponente politico, peraltro ministro – si legge in una nota comune – ad un’intervista e poi impedirgli di parlare perché non si condividono le sue tesi? È arrivato il momento di cambiare pagina, il rispetto dei contribuenti che pagano il canone Rai non può più venire meno".

Non si è fatta attendere la replica del deputato dem Vinicio Peluffo, anche lui componente della commissione di Vigilanza Rai: "Il vizio della destra degli editti contro i giornalisti si ripresenta con puntualità. Per un episodio già chiarito FdI, addirittura in una nota di gruppo, pretende l’epurazione di Lucia Annunziata. Un metodo inaccettabile che si unisce alla ormai evidente occupazione degli spazi informativi. Non è ammissibile piegare il servizio pubblico alla volontà di una maggioranza, qualunque essa sia". Il senatore Pd Francesco Boccia ha aggiunto: "Non è accettabile quello che sta avvenendo". Ma il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia) annuncia: "Per fortuna, presto anche nel servizio pubblico ci sarà una stagione di libertà e di pluralismo, che restituirà gli stalinisti a Stalin e la televisione a un vero e arioso dibattito delle idee".

L’ennesimo incidente Rai, secondo fonti vicine al governo, dovrebbe accelerare l’uscita di scena, come ad dell’azienda, di Carlo Fuortes, voluto da Mario Draghi, con quella di Roberto Sergio con direttore generale Giampaolo Rossi, già componente del cda Rai e ex presidente di Rainet. Ma dentro la maggioranza c’è comunque chi frena perché questo schema vedrebbe la decadenza, anzitempo, dell’intero cda e per farlo ci vuole un motivo diverso dagli “incidenti di percorso“ nelle trasmissioni. Gasparri, comunque, insiste: "Bisogna cambiare aria, la stagione di ricambio dei vertici Rai diventa urgente perché c’è un abuso costante", ha aggiunto seguito da un Federico Mollicone (FdI) sul piede di guerra: "Conduzione ideologica e prevaricante, troppi giornalisti del servizio pubblico credono di essere al Nazareno. La maternità surrogata è un reato più grave della pedofilia", frase – l’ultima – di cui poi si è pentito.

Il clima è talmente caldo che l’incidente Rai ha innescato un’accelerazione alla legge, voluta da Fratelli d’Italia, che modifica l’articolo 12 della legge 40 in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano. Oggi, infatti, alla Camera sarà chiesta la calendarizzazione in commissione Giustizia della proposta di legge a prima firma di Maria Carolina Varchi, deputata di FdI. Dovrebbe essere quindi convocato un ufficio di presidenza che stabilirà i tempi di discussione della pdl che ricalca i contenuti di quella presentata dalla stessa premier Giorgia Meloni nella passata legislatura. Il testo prevede solo un’aggiunta all’articolo 12: "Le pene stabilite dal presente comma si applicano anche se il fatto è commesso all’estero".