Torino sospende l’iscrizione all’anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali che aveva introdotto quattro anni fa, prima città italiana a farlo. Una "prassi di civiltà", come la definisce il sindaco Stefano Lo Russo (Pd), portata avanti nonostante i pronunciamenti contrari del tribunale e della Corte d’Appello. Lo stop, per il quale il primo cittadino si dice "molto amareggiato", dopo il richiamo della prefettura al rispetto della legge in vigore. Una decisione a scopo cautelare in attesa della Cassazione, tanto nei confronti dell’ente quanto in quello delle famiglie, che torna a scatenare il dibattito politico sulla questione.
"Dietro le leggi ci sono sentimenti, persone, bimbi, storie personali – sostiene il sindaco di Torino –. È iniquo che un cittadino, a seconda del Paese in cui nasce, abbia diritti o no, è una violenza ed è su queste cose che si fonda l’unità di un continente". La comunicazione della prefettura, però, non lascia dubbi di interpretazione: "C’è scritto che il sindaco, in qualità di ufficiale di stato civile, agisce come ufficiale di governo, e non come titolare di un potere proprio – spiega Lo Russo – per cui deve attenersi al dispositivo di legge". Proseguire, in sostanza, avrebbe comportato violare la legge e, quindi, "con molto rammarico, anche personale, siamo stati costretti a interrompere" le trascrizioni. Al di là delle decisioni giudiziarie, a essere di nuovo chiamata in causa è la politica. "È un tema di cui questo Parlamento non si è occupato e non si vuole occupare – sostiene Lo Russo – sta scaricando su famiglie, bambini, sindaci e tribunali un’incapacità di legiferare in modo adeguato per andare incontro alle istanze ed esigenze dei cittadini".
La vicenda, dunque, è tutt’altro che archiviata e la città ha già convocato per domani il Coordinamento Torino Pride per definire le iniziative da intraprendere, facendo anche appello alle altre città a unirsi alla battaglia. "Le famiglie omogenitoriali esistono ed è tempo che il legislatore si assuma le proprie responsabilità – rilancia il coordinatore del Torino Pride, Marco Giusta –. Resta la rabbia di vivere in un Paese che sceglie di non garantire diritti fondamentali sulla base di posizioni ideologiche, fuori dal tempo e dalla realtà".
Di un "terribile passo indietro" parla il deputato M5s Davide Serritella che annuncia un’interrogazione alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese "per impedire che si penalizzino i bambini e le loro vite per questioni di principio inaccettabili", mentre la collega pentastellata Alessandra Maiorino annuncia "un testo di legge che sarà depositato a breve". Auspica l’introduzione di una legge anche la capogruppo del Pd al Comune di Torino, Nadia Conticelli. "Avevamo ragione noi - conclude la parlamentare FdI Augusta Montaruli -: il registro era illegittimo e non poteva essere attuato a meno di non commettere un vero e proprio politico abuso. Ora Lo Russo e Appendino chiedano scusa alla città".
Marco Principini
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