Giovedì 25 Aprile 2024

Fidanzati falciati da un motoscafo Vuoto normativo, condanne lievi

I turisti tedeschi sconteranno 2 anni e 11 mesi e 4 anni e mezzo. "Equiparare l’omicidio nautico a quello stradale"

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di Beatrice Raspa

Otto udienze, aula sempre affollata di amici e parenti, fuori dal tribunale fisso lo striscione con scritto a caratteri cubitali in arancione "Giustizia per Umberto e Greta". E ieri due condanne, tra la commozione e le lacrime dei parenti delle vittime. Era il 19 giugno scorso quando Umberto Garzarella, caldaista 37enne di Salò e Greta Nedrotti, studentessa 25enne di Economia di Toscolano alle 23.24 venivano falciati e uccisi da un potente Riva Acquarama mentre, fermi nel golfo di Salò sul loro gozzo in legno, guardavano le stelle. Per l’incidente il proprietario del motoscafo, Christian Teissman, manager 52enne di Monaco di Baviera, e l’amico coetaneo Patrick Kassen, che pare guidasse – da luglio ai domiciliari, ieri in Tribunale – sono stati condannati rispettivamente a due anni e undici mesi e a quattro anni e mezzo. I tedeschi rispondevano di duplice omicidio colposo, naufragio e omissione di soccorso.

Il giudice, Mauroernesto Macca, non ha riconosciuto l’ultima contestazione, mentre ha concesso le attenuanti generiche e quella da risarcimento già corrisposto alle parti offese (l’assicurazione Mennheimer ha accordato circa due milioni e mezzo ai parenti di Greta, 1,3 milioni alla famiglia di Umberto, qualche migliaia di euro alla Guardia Costiera per l’acquisto di strumentazioni radar per la sicurezza lacustre, un passaggio che ha fatto uscire dal processo anche il Comune di Salò e la Comunità del Garda). Ha disposto infine la confisca del Riva.

Palpabile l’amarezza dei famigliari. "Di più non si poteva fare, la legge italiana è questa. Non ci resta che accettare il giudizio", si sono stretti nelle spalle i genitori di Greta, Raffaele e Nadia Nedrotti. Il riferimento è alla mancata equiparazione legislativa tra omicidio stradale e omicidio nautico. "Non ci aspettavamo pene più alte – hanno proseguito –. Ci auguriamo quantomeno che questa vicenda serva ad altri". "Pur senza voler entrare approfonditamente nel merito di questa sentenza, appare evidente come, di fronte a due giovani vite spezzate nel fiore degli anni e a pene tanto lievi, ci sia un evidente vuoto legislativo che va assolutamente colmato", affermano in una nota i parlamentari bresciani della Lega.

"Il pm Maria Cristina Bonomo aveva chiesto di condannare Kassen a sei anni e mezzo e Teissman a 4 anni e due mesi. Per l’accusa erano ubriachi e sfrecciavano a gran velocità, pari a 19,44 nodi. "Come dire 120 kmh su una strada urbana con limite di 50". E dopo l’impatto non si sono fermati. Gli imputati hanno negato l’ubriachezza, e affermato di avere rallentato dopo aver centrato qualcosa che pensavano fosse un tronco: "Ma intorno non c’era nulla, così siamo ripartiti", la versione comune dei manager. Teissman addirittura ha riferito che dormiva.

Le difese, rappresentate dagli avvocati Guido Sola e Massimo Bonvicini, al contrario sostenendo non vi fossero prove né della scarsa lucidità degli imputati né della velocità elevata, avevano chiesto l’assoluzione. In lacrime anche il papà di Umberto: "Ho conosciuto uno dei tedeschi al cimitero – il riferimento è a Teissman, che lo scorso 19 dicembre, giorno del compleanno di Umberto, si era recato sulla sua tomba, ndr – il pentimento davanti a una tomba non può essere falso, mi auguro sia stato sincero. Ma alla fine solo loro sanno davvero che cosa è successo. Per quanto mi riguarda, il mio cognome è finito, i miei progetti sono finiti. La notte ancora non dormo e mi sveglio di soprassalto per il dolore".