Martedì 16 Aprile 2024

FI prova a ricucire con gli alleati "Serve un centrodestra credibile"

Tajani esclude operazioni centriste che mirino al proporzionale e chiede a Salvini impegno sui temi concreti

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di Ettore Maria Colombo

Se il centrodestra "si sta sciogliendo", come dice Salvini, la bufera nel centrodestra è solo all’inizio. Nemmeno 24 ore dopo la sfuriata di Matteo Salvini con gli alleati, il leader della Lega torna ad affondare i colpi verso i componenti di una coalizione che lui stesso aveva definito "sciolta come neve al sole". È finito il tempo, se mai c’è stato, delle parole al miele dalle parti di via Bellerio: "Qualcuno ha tradito ed è sparito" è la nuova sciabolata di Salvini. E ancora dice: "In questi mesi e nell’elezione del Presidente della Repubblica, è mancato il gioco di squadra nel centrodestra, che ha preferito il gioco dei singoli".

Forza Italia evita risposte al fulmicotone, vuole raffreddare gli animi, così il vice-presidente e coordinatore nazionale, Antonio Tajani, la prende larga: "Sono meno pessimista, anzi direi che sono ottimista. Bisogna guardare al futuro come in una famiglia, alle cose concrete" dice a Skytg24. Ma un sassolino dalla scarpa, Tajani, se lo leva: "Noi siamo sempre stati coerenti". Il dirigente azzurro ricorda che Berlusconi "è il fondatore ed è stato il federatore" della coalizione "che non avrebbe mai vinto senza di lui. Tutti quanti dobbiamo a Berlusconi qualcosa, ha dato un ruolo importante alla Lega e Meloni con lui è stata ministro", la sottolineatura al vetriolo. Tajani prova, però, a ricucire: "Dobbiamo presentare agli elettori un centrodestra rinnovato" e quasi dà ragione a Salvini, riconoscendo che "il gioco di squadra si può sempre migliorare, bisogna imparare dagli errori: ex malo bonum". Magari, spingendo per l’ingresso della Lega nel Ppe. Il messaggio degli azzurri a Salvini è basta liti e, ma Tajani ribadisce l’orizzonte moderato, il Ppe e per rassicurare gli alleati chiude la porta a una riforma della legge elettorale in senso proporzionale: "C’è già una quota di proporzionale, non è una priorità".

Su una cosa Salvini e Tajani sono d’accordo, nel giudizio sprezzante sui ‘centrini’. Per Salvini, "Mastella-Casini e Renzi non sono i miei interlocutori" perché eletti con la sinistra mentre per Tajani i vari movimenti al centro sono esperimenti destinati al "fallimento politico". E anche lo stesso Pier Ferdinando Casini – che ha visto Berlusconi ad Arcore – spiega al Corsera che "Berlusconi, col passare del tempo, ha capito che il suo compito storico è quello di unire, di ridurre le divisioni" e lo incorona federatore, ruolo che Casini non intende affatto svolgere.

L’altro pezzo importante della "famiglia", ormai veri separati in casa, è quello di Fratelli d’Italia. Dalle parti di Giorgia Meloni c’è ancora più di un dente avvelenato per come sono andate le cose. "Il centrodestra non sparisce perché qualcuno lo annuncia in tv o perché in Parlamento partiti diversi tra loro si alleano", ammonisce Francesco Lollobrigida. Per il capogruppo di Fd’I alla Camera, fedelissimo di Meloni, "esistono due centrodestra: uno tra la gente, che è maggioritario e un altro parlamentare che si è frantumato. La responsabilità è di chi oggi governa insieme al Pd, alla sinistra, al M5s". Intanto, però, il diktat delle tv del Biscione contro Fd’I continua eccome.