Mercoledì 24 Aprile 2024

Festa dei morti, la leggenda della bimba e il crisantemo

Il 2 novembre noi portiamo il fiore sulle tombe dei nostri cari, ma in Giappone rappresenta la rinascita alla vita. E forse non è del tutto casuale

Crisantemi, fiore simbolo della festa dei morti (Cardini)

Crisantemi, fiore simbolo della festa dei morti (Cardini)

Roma, 2 novembre 2018 - Perché il giorno della festa dei morti si portano i crisantemi sulle tombe dei propri cari? In Italia questo fiore (Chrysanthemum è il nome scientifico) è da sempre associato al lutto, e anche nella cultura popolare rappresenta un segno di sfortuna e disgrazia. Ma in sè il fiore è innocente: rappressenta il culto dei morti per un motivo molto semplice, stagionale: i crisantemi fioriscono prorio in autunno, alla fine di ottobre. In questo periodo sono disponibili in abbondanza e - in teoria - a un prezzo basso, accessibile a tutti.

Ma nel resto del mondo il crisantemo non è associato al dolore e alla perdita, anzi. Il 'fiore d'oro' (dalla traduzione del greco) in Oriente rappresenta invece la vita e la rinascita. Anche nel mondo anglosassone il crisantemo è associato a un evento gioioso: per tradizione infatti è il fiore che si regala quando nasce un bambino. Anche negli Stati Uniti ha una valenza positiva, visto che accompagna le feste e le riunioni familiariAnche in Cina, il Paese che per primo ha coltivato i crisantemi, questi fiori hanno una valenza positiva: sono infatti regalati ai compleanni e ai matrimoni. Simbolo dunque di vita e felicità. 

Ma la vera 'patria' del crisantemo è il Giappone: la 'margherita dai 16 petali' (come la chiamano dall'altra parte del mondo) è addirittura l'emblema dell'Impero del Sol Levante e compare addirittura sulla bandiera dell'imperatore, dove è ritratto un crisantemo dorato al centro di uno sfondo rosso. La stessa iconocrafia accompagna poi le figure dell'imperatrice, del principe e della principessa ereditari. L'immagine del crisantemo - poi - è associata a quella della Dea del sole, Amaterasu, divinità della religione shintoista, considerata l'antenata della famiglia imperiale. 

I giapponesi inoltre attribuiscono ai crisantemi qualità curative prodigiose tanto che ad essi è dedicata anche una delle maggiori festività del Paese, il 'Kiku no sekku' - letteralmente 'Giorno dei crisantemi' - che risale a, 1100 d.C e che non ha niente a che vedere con la festa dei defunti.Nel giorno dei crisantemi le città e i villaggi nipponici si riempiono di ogni qualità e colore di questi fiori, che vengono esposti in parchi e giardini.

Tutto nasce da una leggenda. Che a ben guardare può collegarsi proprio al nostro culto dei morti. Narra di una bambina che, in un piccolo villaggio giapponese, veglia in lacrime sulla mamma moribonda. E' allora che le si avvicina uno spirito che, impietosito dalla disperazione della bimba, le regala una margherita e le promette che la madre potrà stare con lei per tanti giorni quanti sono i petali del fiore. Quando lo spirito si dissolsve la bambina, con molta cura e delicatezza, inizia a tagliuzzare i petali in striscioline sottilissime senza farli staccare. Il giorno in cui arriva la Morte per prendere la mamma malata, trova il fiore dall’infinito numero di petali (la margherita era diventata un crisantemo) e decide di non portar via la donna. Secondo la leggenda mamma e figlia rimangono insieme per sempre.