Femminicidio e stalking, i pm tornano a scuola: "Serve più formazione"

L’istituto superiore della Magistratura mobilitato contro i reati di genere

Costantini De Robbio

Costantini De Robbio

Roma, 28 agosto 2022 - "I femminicidi e le violenze di genere, ormai, costituiscono una vera e propria emergenza e come tale la magistratura deve trattarla. Per questo occorre una formazione accurata e dedicata, ci stiamo già lavorando perché non c’è tempo da perdere".

A parlare è Costantino De Robbio, 53 anni, magistrato da 26 anni, oggi componente del Comitato Direttivo della Scuola Superiore della Magistratura. Nel 2017, De Robbio, aveva scritto il volume: "Lo stalking e gli atti persecutori".

Dottor De Robbio, viene talvolta sollevato il tema dell’impreparazione dei magistrati ad affrontare un reato come lo stalking. Qual è il suo pensiero?

"Io non la metterei così, direi che c’è bisogno di un’attenzione particolare e nuova a questo tema".

Magistrati disattenti, allora? "Eviterei aggettivazioni, ma insisterei sulla necessità di attivare su questo tema una formazione costante e continua perché c’è bisogno di magistrati preparati sia tecnicamente - il versante normativo non è assolutamente facile anzi è abbastanza complesso -, sia culturalmente perché nel trattare queste materie non bisogna cedere all’emotività. Bisogna agire in maniera adeguata e, quindi, la formazione gioca un ruolo fondamentale, fin dall’inizio della carriera".

Un magistrato più formato è in grado di capire quando la donna è realmente in pericolo?

"Sì, lo è. In generale ci sono parametri certi e uniformi di valutazione delle dichiarazioni presentate dalle vittime di un reato, ma questo tipo di violenza richiede, in aggiunta, una sensibilità specifica perché la vittima ha spesso remore nel denunciare. È vero che in passato la magistratura non si è mostrata così sensibile e culturalmente preparata, ci sono stati provvedimenti che lasciano trasparire una sottovalutazione del problema, ma oggi non è più così, salvo casi davvero rari e isolati".

L’inquirente deve quindi diventare anche un pò psicologo quando si tratta di sottrarre una donna dalle grinfie del suo aguzzino?

"Sì, ecco perché oltre ad approfondire l’approccio tecnico, lavoriamo sul versante psicologico anche con l’aiuto di specialisti, con approfondimenti in particolare sulle modalità di escussione della vittima vulnerabile che hanno regole ad hoc".

Intanto la strage di donne non si ferma, l’autunno potrebbe essere sanguinario come l’estate. Cosa state facendo?

"Sulla violenza di genere stiamo intensificando la formazione, con almeno due corsi l’anno, più approfondimenti che stiamo affinando. Ad esempio, negli ultimi anni abbiamo aggiunto degli approfondimenti sulla legittima difesa da parte delle vittime di violenza domestica. La stessa cosa abbiamo fatto nei reati dedicati al tema dell’emigrazione, dove abbiamo introdotto un focus sui reati culturalmente motivati contro le donne".

Si possono immaginare dei pool di magistrati contro gli stalker?

"Esistono già nelle Procure più grandi, rafforzati con l’introduzione della legge 69, quella cosiddetta ‘Codice Rosso’. Il problema è che a questa specializzazione delle Procure non ne corrisponde una analoga nella magistratura giudicante, spesso impossibile per motivi di numeri. Se in un tribunale ci sono 15 pm, due dei quali ‘dedicati’ alla violenza di genere, e 3 soli gip, si capisce che abbiamo un problema e sconteremo ritardi perché è impossibile ‘distaccare’ un gip per uno specifico tipo di reato".