Venerdì 19 Aprile 2024

Sara Di Pietrantonio strangolata e bruciata: 30 anni all'ex fidanzato

La prima Corte d'Assise d'Appello di Roma ha ridotto la pena inflitta a carico di Vincenzo Paduano, accusato di avere strangolato e dato alle fiamme nel maggio del 2016 a Roma la sua ex fidanzata Sara. In primo grado aveva avuto l'ergastolo. La madre della vittima: va bene così

Sara Di  Pietrantonio e Vincenzo Paduano in una foto dal profilo Facebook della ragazza

Sara Di Pietrantonio e Vincenzo Paduano in una foto dal profilo Facebook della ragazza

Roma, 10 maggio 2018 - La prima Corte d'Assise d'Appello di Roma ha condannato a 30 anni Vincenzo Paduano, accusato di avere strangolato e poi dato alle fiamme nel maggio del 2016 a Roma la sua ex fidanzata Sara Di Pietrantonio. L'accusa chiedeva di confermare l'ergastolo, pena comminata nel processo di primo grado in questo caso di femminicidio, per omicidio premeditato aggravato da futili abbietti motivi, dagli atti persecutori, stalking, distruzione di cadavere. Perché dopo avere ucciso la sua ex, Sara Di Pietrantonio, incendiò l'auto della ragazza "per cancellare" le tracce. Una tragedia avvenuta in piena notte, in una via deserta fuori Roma.

Lui durante il processo arrivò a chiedere scusa a Sara e alla sua famiglia dicendo che si vergognava per quello che aveva fatto, fino a definirsi "un mostro". Un delitto maturato nella notte del 29 maggio 2016, dopo un'escalation di molestie assillanti rivolte alla giovane. Sara fu strangolata alla Magliana. Paduano pedinava da tempo lei e il suo fidanzato Alessandro.

La sera fatidica l'ex vigilante tese una trappola alla vittima predestinata, secondo i giudici seguì e tamponò la ragazza che andava via con la sua macchina, costringendola a fermarsi. I due ebbero una lite furiosa, lei fu afferrata e stretta alla gola, poi il femminicidio, e il tentativo di disfarsi del cadavere, l'aggressore si era procurato apposta la benzina per alimentare le fiamme.

"Trenta anni di reclusione per un ragazzo così giovane sono tantissimi. I giudici hanno ritenuto così e va bene", ha commentato Concetta, la madre di Sara, dopo la lettura della sentenza. "Posso sembrare cinica - ha continuato la signora - ma per arrivare a un pentimento vero dovrà essere aiutato, perché da solo credo non riuscirà ad arrivarci veramente".

"Posso dichiararmi in parte soddisfatto per la riduzione della condanna - ha detto l'avvocato di Paduano, Paolo Pirani - tuttavia sono rimaste le aggravanti. Leggeremo le motivazioni e siamo comunque pronti ad andare in Cassazione". I legali di Differenza Donna, l'associazione costituitasi parte civile, auspicano da parte loro che la sentenza, nel testo della sua motivazione, riconosca il contesto di violenza in cui è maturato il femminicidio.