Favij: "Fare lo youtuber è un gioco. Ragazzi, cercate amici veri"

Intervista al re dei video online: "Studiate" Generazione youtuber, la vita è un video

Favij, all'anagrafe Lorenzo Ostuni (Lapresse)

Favij, all'anagrafe Lorenzo Ostuni (Lapresse)

Milano, 12 marzo 2018 - «Assomiglio molto al mio pubblico. Tutte le volte che devo fare un video, mi metto nei panni dei ragazzi che mi seguono e penso: mi piacerebbe guardarlo? Ci cliccherei sopra? Se la risposta è sì, lo metto in rete». Alzi la mano chi non ha mai sentito pronunciare dal proprio figlio o nipote il nome di Favij. Al secolo Lorenzo Ostuni, 22 anni, Favij è la punta di diamante degli youtubers italiani. Ha 7,5 milioni di followers, posta un video di 10 minuti tutti i giorni, e, durante i tour dal vivo, bambini e ragazzi costringono i genitori a fare ore di fila solo per salutarlo. Domani esce il suo primo romanzo The Cage. Uno di noi mente (Mondadori Electa), scritto con Jacopo Olivieri: «Una storia bellissima, nata dalla mia passione di sognare mondi fantastici», anticipa Favij. 

Favij, che cos’è uno youtuber? E come si è inventato questo mestiere? «È qualcosa che ha preso forma negli ultimi anni, trasformando la mia passione in un lavoro. Ci siamo evoluti insieme: Youtube ha dato spazio ai contenuti, raggiungendo un pubblico sempre più ampio, noi abbiamo aumentato la frequenza e la qualità dei video». Lei si rivolge al pubblico in modo molto diretto, con un linguaggio senza filtri. Si pone più in alto o allo stesso livello dei ragazzini che la seguono? «Anche se il pubblico degli incontri live è in maggioranza più piccolo di me, tra chi mi segue ci sono molti coetanei, qualcuno anche più grande di me. Il linguaggio è quello dei ragazzi, ma in realtà è tanto filtrato, non ha idea di come sarebbe se non lo filtrassi» Ma che domande le rivolgono? «La maggior parte sui videogame: c’è chi vuole che continui a fare quel gioco lì, oppure mi chiede consigli su come superare il tal livello. Ma c’è anche chi vuol sapere che tipo di responsabilità si ha a essere Favij». Cosa vuole trasmettere loro? «Io faccio un video di 10 minuti ogni giorno, non voglio trasmettere concetti o modi di pensare. Non esprimo mai opinioni sopra le righe, faccio intrattenimento, non ho cambiato nessuno con il mio lavoro. Detto ciò, magari un mio fan sta passando un brutto periodo e, grazie ai miei video, ‘stacca la testa’ per dieci minuti».

Qual è il suo rapporto con la privacy? «Io tengo le mie amicizie e le relazioni private. Favij è un personaggio pubblico, Lorenzo Ostuni no. A parte pochi miei stretti amici, vorrei che questa differenza fosse ben chiara. Non è facile, ma è parte del gioco». Come ha vissuto gli anni della scuola? «Io ho preso il diploma da tre anni e mezzo, ma quando andavo al liceo Youtube era già un lavoro. Avrei potuto mollare gli studi, ma ho preferito portarli a termine, per i miei genitori e per me stesso: la scuola è importantissima. Fu un periodo molto tosto: ci mettevo ore per confezionare un video e dormivo molto poco. Ma a tutti gli youtubers emergenti dico: continuate a studiare, se ce l’ho fatta io, ce la possono fare tutti». Haters in rete e bulli nella vita reale: come si affrontano? «Se uno mi dice: ‘I tuoi video mi fanno schifo, sono brutti’, non me la prendo. Le critiche mi feriscono solo dagli amici stretti. Hater o bullo che sia, se una persona io non la conosco la combatto con l’indifferenza: consiglio a tutti di circondarsi di persone con cui parlare, di amici veri, ma anche di cercare l’appoggio dei genitori: è l’arma più forte».