Fate i controlli ma rispettate la nostra privacy

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Luigi

Caroppo

Non bastavano le telecamere nelle piazze e nei giardini, piazzate alle entrate dei condomini e nei parcheggi dei centri commerciali? Non bastava il tracciamento che ci lasciamo dietro quando percorriamo chilometri da pendolari in autostrada oppure gli indizi globalizzati all’istante sui nostri gusti commerciali ogni volta che clicchiamo su un prodotto sul web? Ora anche la foto ai ’portoghesi’ beccati dal controllore sul bus... anche no, viene da dire spontaneamente. Non si tratta di un istinto da ’no multa’, ma si tratta di una richiesta a non andare oltre. A non eccedere.

Bene contrastare chi viola le leggi e viaggia a scrocco sulle linee urbane, ma l’accanimento con la foto scattata al furbetto sa di criminalizzazione eccessiva. E semmai il beccato dal controllore senza biglietto che fa? Si mette in posa? O deve sorridere?

Cerchiamo di avere un sistema di controllo efficiente, che si basi su un numero adeguato di controllori per non far passare le verifiche come una lotteria o troviamo modi e tempi per una verifica puntuale anche digitale sul possesso del biglietto da viaggio, ma la foto proprio no.

E se uno non volesse far sapere che aveva preso al volo un bus da fuggitivo e quindi senza la possibilità di comprare il ticket perché l’amante gli aveva bucato le ruote dell’auto dopo che aveva capito che non avrebbe lasciato mai la compagna o moglie? Che succede? Si ritrova la foto di profilo tipo malvivente incallito spedita a casa con busta aperta dalla convivente? E soprattutto ignara che il maritocompagno è un piccolo evasore salendo su un bus senza pagare?