Martedì 23 Aprile 2024

"Fascisti e violenti. Qui non entrate" La Francia ferma i tifosi della Lazio

Decisione presa dal ministro dell’Interno. "Frontiere bloccate per chi sostiene i biancocelesti". Il provvedimento vale fino alla partita di giovedì contro il Marsiglia. Fratelli d’Italia: "Inaudito"

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di Giovanni Rossi

No a violenti e fascisti tifosi della Lazio. Il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin vieta ai supporter biancocelesti la trasferta di giovedì a Marsiglia. L’ordinanza copre vigilia e partita valida per la fase a gironi di Eurolega. A "chiunque si dichiari tifoso della SS Lazio, o si comporti come tale", saranno vietati "i viaggi individuali o collettivi, con qualsiasi mezzo, tra i valichi stradali, ferroviari, portuali e aeroportuali francesi, da un lato, e il comune di Marsiglia (Bocche del Rodano) dall’altro". Provvedimento valido anche per chi si trovasse già in Francia. Giovedì il settore ospiti del Vèlodrome sarà quindi chiuso. Secondo Darmanin, la decisione è dovuta al "comportamento violento" di alcuni sostenitori biancocelesti e alla specialità della tifoseria laziale – puntualmente citata come aggravante – di "intonare canti fascisti e fare il saluto nazista". E la recente prova in materia offerta dal falconiere biancoceleste Juan Bernabè – poi sospeso – certo non abbellisce l’immagine del club, nonostante i reiterati tentativi di attenuare l’identificazione con un mondo ultrà così politicamente connotato. Problema comune a tante altre società, ma in nessun’altra così pronunciato.

L’ordinanza ricorda che i tifosi della Lazio "regolarmente creano problemi nei centri cittadini e nei dintorni degli stadi dove si gioca", e che giusto tre anni fa, il 25 ottobre 2018, la sfida al Vèlodrome tra Olympique e Lazio fu corredata da gravi episodi di violenza: "Quattro persone vennero accoltellate la sera prima del match", scontri "coinvolsero quasi 200 persone", ci furono episodi di violenza sugli spalti. Insomma, un mera decisione di ordine pubblico in una città spesso vicina all’ebollizione, nella quale il calcio – indipendentemente dalla partita con la Lazio – spesso diventa terreno di sfogo e di rabbia. L’ultima vampata il 30 settembre, in occasione della sfida tra l’OM e i turchi del Galatasaray: 32 feriti (quasi tutti poliziotti) e 5 arresti.

Una lettura anti-italiana e anti-romana del provvedimento appare quindi riduttiva. La Francia di certo non ama le tifoserie calcistiche che ostentano valori e stemmi nazifascisti, ma teme, almeno in pari misura, l’effetto di questa miccia nel contesto marsigliese. E i precedenti con la Lazio ci sono. Tant’è che la trasferta d’andata all’Olimpico del 21 ottobre (0-0 il risultato in campo), fu vietata a tutti i tifosi dell’OM dal Viminale per timore di scontri. E nessuno in Francia ne fece un affare di stato.

Fratelli d’Italia è di altro avviso: "Siamo di fronte a un provvedimento inaudito, che va contro le norme europee sulla libera circolazione delle persone e lascia sgomenti", dichiara Paolo Trancassini, presidente del Lazio Club Montecitorio. "Un trattamento da riservare ai terroristi, che lede l’immagine della Capitale d’Italia. Chiediamo al sindaco Gualtieri di intervenire per condannare questa decisione e difendere l’onorabilità della città e dei romani", chiede il capogruppo di Fd’I alla Camera Francesco Lollobrigida. Ancora più dura la presidente Giorgia Meloni: "Ci troviamo di fronte a un pericoloso precedente: in occasione di una partita di calcio, il governo di Parigi non si limita a vietare l’accesso allo stadio o alla città che ospita la partita, ma arriva addirittura a negare l’accesso su suolo francese (ndr, solo se la destinazione finale è Marsiglia), a chiunque si dichiari sostenitore di una squadra. Ci aspettiamo dal presidente del Consiglio Draghi e dal governo italiano una presa di posizione netta su un provvedimento che va contro tutte le leggi internazionali".

In serata arriva anche la reazione della Lazio. La società contesta le modalità del provvedimento e respinge l’inevitabile l’effetto stigma: "Un’offesa gratuita a tutta la tifoseria biancoceleste e alla società stessa, che ha sempre combattuto con azioni concrete i comportamenti violenti e ogni tipo di discriminazione, dentro e fuori gli stadi". La Lazio chiede quindi "un chiarimento dalle istituzioni francesi e una presa di posizione netta della nostra diplomazia verso espressioni di qualunquismo che dovrebbero indignare tutti gli italiani, a prescindere dall’essere tifosi o meno, e dai colori delle proprie bandiere".