Giovedì 18 Aprile 2024

Fanno pipì sulla Gazzella Il giudice: "Non è reato"

L’indignazione dei sindacati: una sentenza che preoccupa e offende "Basta sottovalutare episodi denigratori contro uomini e donne in divisa"

Migration

di Alessandra Nanni

Avevano postato sui social la loro immagine mentre facevano pipì contro l’auto dei carabinieri. Tre ragazzini, tra i 15 e i 17 anni, indagati per vilipendio alle forze dell’ordine. Ma qualche giorno fa il giudice per i minori di Bologna ha chiesto l’archiviazione. Motivando con il fatto che "tale immagine per quanto espressione di un atteggiamento censurabile di mancanza di rispetto e di educazione", va presa come uno "scherzo di cattivo gusto", "una bravata".

Ma la richiesta di archiviazione nei confronti dei tre giovanissimi bulletti (trovati dai carabinieri anche con armi giocattolo che riproducevano quelle vere mentre sul web facevano il verso ai camorristi), ha sollevato una levata di scudi. I militari non l’hanno presa bene per niente. La segreteria regionale del Nuovo sindacato carabinieri, per bocca del segretario generale Armando De Angelis, "legge con profonda preoccupazione e sgomento la formula" usata dal pubblico ministero. "Da troppo tempo – dice De Angelis – assistiamo a un progressivo aumento di fatti che offendono platealmente le forze di polizia, il personale che le rappresenta e infine lo Stato stesso, che pur riconducibili a specifiche fattispecie criminose, vengono considerati appunto fatti meramente ‘scherzosi’. Non si comprende come l’azione di urinare sopra una vettura dei carabinieri e divulgarla in modo chiaramente denigratorio, possa essere sminuita tanto da considerarla una mera ‘bravata’". A puntare il dito anche il sindacato Sim Carabinieri: "L’interpretazione della Procura minorile di Bologna lascia l’amaro in bocca" e si aspetta che "le motivazioni addotte relativamente alla richiesta di archiviazione, portino a un’attenta riflessione gli uffici del gip".

A gridare allo scandalo anche Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. "Inaudito, inaccettabile e diseducativo – tuona – ritenere una semplice bravata un’offesa così plateale all’Arma è una decisione che offende il diritto e il buonsenso, e fa passare il preoccupante messaggio che si possono impunemente denigrare le forze dell’ordine. La Procura dei minorenni di Bologna non ha reso un buon servizio nè allo Stato, nè ai ragazzi protagonisti di un oltraggio inqualificabile, non certo uno scherzo di cattivo gusto".

Vista la bufera, è entrato in campo a quel punto anche il procuratore per i minorenni di Bologna, Silvia Marzocchi: "I fatti si sono svolti tutti online, le offese alla polizia in assenza delle persone fisiche non possono costituire nè oltraggio nè vilipendio, delitto riservato dalla legge alle sole forze armate, di cui notoriamente la polizia non fa parte. Quanto al gesto riguardante l’auto dei carabinieri, le indagini svolte e le dichiarazioni rese dal minore nell’interrogatorio hanno portato a ritenere che mancassero gli elementi necessari per configurare il delitto di vilipendio. Rimane la condanna di un gesto esecrabile, e prosegue l’azione della Procura sotto il profilo civilistico per l’adozione di interventi correttivi previsti per i comportamenti sintomatici di gravi carenze educative".