Frana a Ischia, famiglia distrutta. "Figlio e nipotino uccisi. Mio padre non parla più"

Il fratello di uno dei dispersi: non abbiamo speranze

Giovanna Mazzella, moglie di Maurizio Scotto di Minico, col figlio neonato

Giovanna Mazzella, moglie di Maurizio Scotto di Minico, col figlio neonato

Ischia (Napoli), 30 novembre 2022 - Li ha cercati subito, quando la pioggia cadeva ancora fredda e cattiva e nelle strade si accumulava la melma dell’Epomeo. "Sono arrivato lì tra i primi – racconta Francesco Scotto di Minico – avevo davanti agli occhi l’apocalisse. C’erano ambulanze e bobcat già al lavoro. Ho chiesto se avessero visto mio fratello Maurizio e mia cognata Giovanna. Ma i pochi spaventati sopravvissuti che mi rispondevano non ne sapevano nulla". Così Francesco, fratello e cognato della coppia che risulta ancora sepolta dal fango, decide di andare all’ospedale Rizzoli a Lacco Ameno. "Sono rimasto aggrappato alla speranza per tutta la giornata di sabato. Poi mi sono arreso, stanno lì sotto, sotto quella muraglia di melma gelida. L’ho detto anche a mio padre Giovangiuseppe che non c’erano più speranze e da allora lui non parla più con nessuno. Ha perso in un colpo solo un figlio e anche un nipotino tanto desiderato (era nato il 4 novembre, ndr), non si riavrà più, lo conosco".

Frana a Ischia, famiglia distrutta. "Figlio e nipotino uccisi. Mio padre non parla più"

Francesco staziona come una sentinella dalle parti di piazza Maio, aspetta che la lava di fango gli restituisca il fratello e la cognata. Il nipote neonato è stato tirato fuori 48 ore fa. A poca distanza il fiocco azzurro che i genitori avevano attaccato alla porta. "Nel 2017 abitavano proprio qui, a piazza Maio. Poi ci fu il terremoto che lesionò la loro casa e trovarono un nuovo appartamento, poco più su, verso il Celario. Se non è sfortuna questa…", borbotta quasi come nessuno lo dovesse ascoltare. Francesco è circondato da amici, dall’affetto rude degli isolani.

Ricordano quanto Maurizio fosse felice dell’arrivo del figlioletto tanto che aveva deciso di sospendere per alcuni mesi il lavoro di cameriere al ristorante ‘Giardino Eden’ a Cartaromana per dedicarsi unicamente a Giovanni e a Giovangiuseppe. "Maurizio era un ragazzo speciale, un gran lavoratore, umile e di una bontà e un’educazione infinite. Noi tutti suoi colleghi abbiamo provato una grande gioia quando l’abbiamo visto mettere il fiocco per la nascita del suo piccolino... Oggi vedo quel fiocco e non ce la faccio, non ci posso credere", dice Rosa Raia. Lucia, sorella di Giovanna, ha finito anche lei le lacrime e si consuma nell’attesa. Ha il tempo di scrivere: "Sarà una vita vuota e triste, senza di te e il piccolo, sarà un inferno, avevamo tante cose da fare, mi hai lasciata così".