Mercoledì 24 Aprile 2024

Falso allarme, Lamorgese non era positiva. "Test agli asintomatici precisi solo al 60%"

Sbaglio sul primo tampone della ministra: "I due successivi sono stati negativi". L’epidemiologo: la contaminazione in laboratorio può capitare

La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese era risultata positiva (Imagoeconomica)

La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese era risultata positiva (Imagoeconomica)

Falso allarme. Se, a posteriori, risulta errato perfino il tampone fatto alla titolare del Viminale, una domanda da porsi è più che mai legittima: questi test sono affidabili? Il nodo infatti c’è ed è legato in particolar modo agli asintomatici, sui quali i tamponi risultano precisi solo in sei casi su dieci. Ma andiamo con ordine.

Lunedì sulla ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, nel bel mezzo di un Consiglio dei ministri già piuttosto teso, è piombata la notizia della positività al Coronavirus. Ma – e questa è notizia solo di ieri – in realtà quel test era sbagliato. In una nota, il Viminale ha poi spiegato che Lamorgese "non è mai stata positiva al Coronavirus" in quanto "il test molecolare per SARS-CoV-2 relativo a un normale controllo periodico, comunicato come positivo, si è rivelato errato". In assenza di sintomi la responsabile del dicastero – che riprenderà oggi l’attività istituzionale – ha ripetuto il test mercoledì 9 e giovedì 10 e, in entrambi i casi l’esito è stato negativo.

Ora, dunque, resta l’interrogativo sull’effettiva attendibilità del tampone molecolare che rappresenta, a oggi, il gold standard per le diagnosi. A livello generale il tampone molecolare, basandosi sull’identificazione di un frammento del genoma virale del virus, ha una sensibilità, cioè la capacità del test di individuare quanti sono positivi all’agente, pari al 99% e una specificità, la capacità di identificare i negativi, di oltre il 90%. Ma tali percentuali possono essere influenzate da diversi fattori. Il direttore generale dell’ospedale Sant’Andrea di Roma, dove Lamorgese ha effettuato il test, ha spiegato che la positività riscontrata nel tampone effettuato sul ministro dell’Interno "è da attribuirsi a un errore nella processazione del campione". Un evento che, lo stesso direttore, definisce "raro ma possibile".

In casi come quelli di Lamorgese – spiega Donato Greco, medico epidemiologo, già direttore del Laboratorio di epidemiologia e statistica e del Centro nazionale di epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità – "la falsa positività può emergere durante il processo. Nel ’91 succedeva con i test per l’Aids. A quell’epoca non avevamo le giuste attrezzature e si verificava la contaminazione con materiale genetico dei banchi di laboratori. Ma la contaminazione in laboratorio, seppur oggi ridotta al minimo, rimane uno dei grandi rischi dei test molecolari". Casi che, secondo le stime di Giovanni Maga, del laboratorio di Virologia molecolare del Cnr di Pavia, si verificano "una volta su 1.000 circa". Parlando di affidabilità dei tamponi molecolari questo non è, tuttavia, l’unico elemento da considerare. "Questi test – sottolinea Greco – non sono un certificato di sicurezza. Hanno tutti un tallone d’Achille ovvero la prevalenza dell’evento nella popolazione studiata che noi chiamiamo ‘valore predittivo positivo o negativo’. Significa che hanno una certa capacità di identificare l’antigene o l’anticorpo a seconda della quantità che ne circola. Quindi in una popolazione asintomatica, dove c’è poca infezione, il valore predittivo diminuisce tantissimo, si arriva sì e no al 60% anche con il test molecolare". Per l’epidemiologo "la possibilità che Lamorgese avesse un test falso negativo o falso positivo può essere stimata in circa il 30% e appartiene alla fisiologia di questi screening. Per tale ragione in una popolazione a bassa prevalenza, la positività andrebbe confermata ripetendo il test a breve".

E questa – conclude l’epidemiologo – "è anche la ragione per cui sia l’Oms che il nostro ministero della Salute non raccomandano l’uso indiscriminato di questi tamponi. Operazioni di screening come quelle fatte a Trento e Bolzano sono sbagliate, costose e inutili".