Falso allarme, il Green-day fila liscio Il blocco anti-pass non va in porto

Autostrade sempre percorribili, effetti limitati sul trasporto pubblico locale. Il Viminale tira un sospiro di sollievo

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di Alessandro Farruggia

Non hanno fermato l’Italia. Nel giorno in cui in tutta Italia sono entrate in vigore le nuove regole per il Green pass nel mondo del lavoro, ci sono state sì molte manifestazioni, ma pacifiche. E soprattutto, nelle aziende del Paese ci sono stati scioperi ma non si sono segnalati problemi significativi; le autostrade non hanno avuto alcuna interruzione; la riduzione delle corse nel trasporto pubblico locale si è verificata ma è stata limitata. E soprattutto il vagheggiato blocco totale di alcuni porti non c’è stato: interruzioni ad alcuni varchi hanno interessato solo Genova, Trieste e Ancona. Tutto regolare a Livorno, La Spezia, Venezia, Napoli, Ravenna, Bari, Gioia Tauro, Palermo e in tutti gli altri scali. Non a caso, ieri al Viminale, almeno su questo, tiravano un sospiro di sollievo. La prevenzione e il dialogo – dicono – hanno funzionato.

Che la linea dura sarebbe diventata ben altro lo si è capito di buon mattino a Trieste – il fulcro della protesta dei portuali – dove il portavoce della protesta, Stefano Puzzer, ha fatto sapere: "Non c’è nessun blocco, chi vuole lavorare lo fa". E così è stato. Alcune centinaia di lavoratori e 5-7 mila No vax provenienti da tutta Italia si sono concentrati al varco 4, di fatto bloccato, ma gli altri accessi hanno continuato ad operare anche se qualche camion è tornato indietro. Lo stesso dovrebbe succedere nei prossimi giorni. "La manifestazione – ha detto nel pomeriggio Puzzer – proseguirà a oltranza con le stesse modalità, chi vorrà entrare nel porto per lavorare potrà farlo".

Situazione simile a Genova. Gruppi di lavoratori hanno bloccato i varchi Etiopia ed Albertazzi e poi, anche il terminal traghetti di San Benigno dove venivano fatte passare le persone ma non le merci. Ma al terminal di Pra, il più importante, c’era solo un presidio all’ingresso e l’operatività era totale. "Solo uno dei tre varchi principali del porto di Genova – ha detto a fine mattinata il presidente dell’autorità portuale, Paolo Emilio Signorini – è bloccato. Circa il 20% dei lavoratori è sprovvisto di Green pass, parliamo di 5-6 persone, un numero significativo. Vedremo. Oggi la protesta è stata abbastanza fiacca, ma invito ad attendere lunedì o martedì per una visIone consolidata".

Il Viminale l’altroieri temeva blocchi del traffico spontanei ma il solo episodio significativo è avvenuto a Genova, dove la manifestazione ha portato alcune centinaia di manifestanti al blocco del trafficatissimo lungomare Canepa. Ma dopo quattro ore, i reparti mobili delle forze dell’ordine si sono avvicinati, il blocco è stato rimosso. Ha creato invece molti disagi un blocco sulla via Flaminia, che ha interrotto l’accesso da nord al porto di Ancona, la cui operatività non è stata compromessa. Si sono però create lunghe file di auto e mezzi pesanti per le quattro ore del blocco.

I cortei che hanno percorso molte città hanno provocato grossi problemi al traffico veicolare – ad esempio a Milano e a Bologna – ma non c’è stata nessuna interruzione diretta. Nei trasporti pubblici si segnalano riduzioni delle corse in almeno metà delle città, ma nulla di drammatico. Mezzi pubblici regolari a Milano nonostante i 272 lavoratori che hanno dichiarato di non avere il Green pass e un aumento del 15% nell’apertura di giornate di malattia. In Toscana non c’è stata alcuna criticità a Firenze, mentre a Lucca le corse saltate sono vicine al 15% e a Livorno intorno al 10%. Tutto bene a Roma e a Venezia. In Emilia Romagna Fs e Tper hanno contenuto i disagi tagliando solo 47 convogli su 880. A Bologna bus regolari nonostante l’assenza di 74 autisti. Sui bus di Start Romagna son rimasti scoperti 85 turni di 540.

A sera, da Palazzo Chigi filtrava un cauto ottimismo, anche se Draghi ha evitato dichiarazioni perchè non vuole gettare benzina sul fuoco. La prova è superata, ma niente trionfalismi. Il monitoraggio continua, l’attenzione resta alta. "La situazione appare rassicurante – si sottolinea – ma è sotto stretta osservazione". L’obiettivo è scavallare il mese di ottobre, difficile per l’ordine pubblico, per poi cercare di raggiungere entro fine novembre la soglia di tranquillità del 90% di vaccinati, che permetterebbe di ragionare su un approccio più “soft“. Se così sarà, prima di Natale potrebbero essere annunciate novità per gennaio.