Giovedì 25 Aprile 2024

Fallisce il blitz del centrodestra La legge sul fine vita va avanti

La Camera respinge gli emendamenti soppressivi che avrebbero fatto decadere il provvedimento

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di Elena G. Polidori

La legge sul fine vita va. Impossibile dire se, alla fine, vedrà davvero la luce, ma intanto va. Disattendendo tutti i pronostici della vigilia che, dopo la bocciatura del referendum da parte della Consulta, davano anche questo ddl – rientrato ieri in Aula alla Camera – assolutamente per spacciato, ecco che il Parlamento sorprende. Ieri,infatti, la discussione sulla legge è ripartita. Il centrodestra, con Fratelli d’Italia in prima fila, aveva presentato un emendamento soppressivo dell’articolo 1 del testo, proprio con la finalità di affossare la legge, ma l’intento è stato respinto. E, dunque, almeno sulla carta, la legge resta in pista.

Certo, Il centrodestra vuole restringere ulteriormente le maglie del suicidio assistito – considerato costituzionale, a certe condizioni, le stesse presenti in questo provvedimento, dalla Consulta – introducendo, ad esempio, l’obbligo di cure palliative o stabilendo che non basta che la prognosi sia infausta, ma il malato deve essere anche prossimo alla morte. Mentre Fratelli d’Italia chiede addirittura che la patologia debba essere "dolorosa cronica divenuta da moderata a severa". In realtà il riferimento alle sofferenze "fisiche e psicologiche" che il malato ritiene intollerabili c’è, ma in un articolo successivo. Per i meloniani, però,bisogna evidentemente inserirlo prima. Sul fronte opposto c’è chi, invece, crede che questa legge sia troppo poco. Questo il quadro.

Ma il problema è che questo provvedimento ha già avuto un travagliatissimo percorso in commissione, anche se alla Camera, salvo sorprese, i numeri per il via libera ci sarebbero. Il problema sarà al Senato, dove gli equilibri sono più ballerini e c’è già più di qualcuno che immagina, per questo testo, la stessa triste sorte del ddl Zan. Al centrodestra, del resto, il testo non piace. Non lo ha votato in commissione, pur apprezzando quanto il centrosinistra gli sia venuto incontro limandolo sulla base del testo uscito dalla Consulta e sollecitato dalla stessa fin dal 2018. E non lo farà, a meno che non siano sciolti i nodi, neanche da oggi in poi.

"Io sto con le parole del Santo Padre – ha infatti rimarcato Matteo Salvini, interrogato ieri sul tema – per me la vita è vita, quindi voteremo di conseguenza. Se ci fosse stato il referendum avrei fatto campagna per il no". E resta contraria anche Forza Italia, ma lascerà la libertà di coscienza. Diametralmente opposta la linea del centrosinistra, con il Pd che sta spingendo con forza per dare un segnale all’elettorato di un partito che si prende la responsabilità di portare avanti una legge etica e divisiva. "È un dovere" ha detto Enrico Letta, impegnando così solennemente il proprio partito. Quanto ai 5 stelle, da Giuseppe Conte sono arrivate ieri parole di mediazione: "Il testo sul fine vita è molto equilibrato, abbraccia anche il rafforzamento delle cure palliative e introduce percorsi di verifica con interventi di comitati etici che sono massimamente garantisti del fatto che tutti gli interessi protetti siano effettivamente presidiati – ha dichiarato – la comunità nazionale si dimostra più avanti rispetto alla politica, che deve fare un passo in avanti per non rimanere indietro".

Posizioni a parte, sul tema scomnodo del fine vita, dunque, il Parlamento torna l’unico in grado di dare una risposta. Ieri, come si diceva, il testo ha avuto alla Camera un passaggio simbolico con il primo voto, una bocciatura di due identici emendamenti di Forza Italia e della Lega soppressivi dell’articolo 1 e quindi dell’intero provvedimento. Nonostante il voto segreto i voti a favore del soppressivo sono stati solo 126 rispetto ai 262 contrari. Antonio Palmieri (FI) ha motivato il no al provvedimento citando Luciano Violante: "Non sempre le buone intenzioni fermano le cattive conseguenze" dato che in Paesi come Olanda e Belgio, in cui sono state introdotte norme analoghe, si è finiti ad estendere il suicidio assistito anche ad anziani con varie patologie, ai disabili mentali e ai minori. Ieri, comunque, la Camera ha sospeso l’esame che riprenderà a marzo. Resta l’impegno solenne del segretario dem: "Il testo copre il vuoto normativo che sta generando tante situazioni drammatiche". Parole che impegnano anche molti cattolici che militano dentro il Pd.