Giovedì 25 Aprile 2024

"Facciamo sacrifici, meglio stare a casa" Conte tira dritto e promette risarcimenti

Confermata la serrata dei locali alle 18. Il governo pronto a varare il decreto sugli indennizzi: 350mila le aziende in attesa. Tensioni nella maggioranza: Italia Viva spinge sugli aiuti alle imprese, Cinque Stelle delusi per la mancata stretta ai trasporti

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di Antonella Coppari

Una sterzata brusca. Con rischio di testa coda. Il presidente del consiglio inverte la rotta e cerca di tirare se stesso e il paese che governa fuori dalla crisi in cui entrambi si trovano, respingendo le richieste dei governatori per confermare il giro di vite. Tutto invariato, tranne l’apertura domenicale dei locali: stretta su bar, ristoranti, palestre e cinema. Per rendere meno amaro il semi-lockdown, si trincera dietro la festa più sentita dagli italiani: "Sacrifici ora per un Natale più sereno".

Orfano del fido Casalino colpito dal Covid, in conferenza stampa le difficoltà del premier sono palesi anche, se sul punto più critico, respinge ogni addebito: "Il virus corre molto, ma non ci siamo mai distratti né abbiamo abbassato la guardia". Il Dpcm con cui torna alla strategia rigida della primavera è un salto nel buio. C’è una scommessa sul fronte più nevralgico: quello sanitario. Conte mette le mani avanti: "Il nostro obiettivo non è riportare la curva a zero, ma tenerla sotto controllo". Una profezia con un connotato inquietante: difficilmente una curva solo arrestata permetterà di riaprire il 24 novembre gli esercizi chiusi. E c’è un secondo azzardo: il ristoro. "Gli indennizzi per le categorie colpite arriveranno subito, direttamente sui conti correnti. Nelle prossime ore il governo varerà il decreto (sui 2 miliardi, ndr) che sarà in Gazzetta domani". Riguarderanno 350mila aziende, calcola il ministro Gualtieri, saranno superiori rispetto al passato e saranno "erogati dall’Agenzia delle entrate per metà novembre – insiste il ministro dell’Economia – con il meccanismo utilizzato per il fondo perduto: chi ne ha goduto in primavera, li riceverà automaticamente".

Verranno allargati a chi ha un fatturato superiore a 5 milioni che dovrà fare domanda per riceverli entro l’anno. Tra le misure previste, un’ulteriore mensilità del reddito di emergenza, interventi per la filiera agroalimentare, una nuova indennità mensile una tantum per stagionali del turismo, spettacolo e lavoro e intermittenti dello sport, nonché credito d’imposta per 3 mesi sugli affitti commerciali e cancellazione della seconda rata dell’Imu. Al Mef si lavora anche sul decreto novembre ( 5 7 miliardi di euro), prevedendo altre 10 settimane di cassa integrazione con proroga al 31 gennaio 2021, indennità di 1000 euro per i collaboratori.

Per quanto il governo si sforzi di alleviare l’enorme peso della nuova chiusura, riuscirci non è facile visto che le categorie colpite sono numerosissime. Eppure, la capacità di assicurare risorse rapidamente è fondamentale per riconquistare la fiducia della popolazione che sta scemando a velocità vertiginosa. E potrebbe non essere sufficiente, sia perché ci sono fasce non garantite che rischiano di restare senza niente, sia perché il disagio è legato anche alle disfunzioni sul fronte medico e della diagnostica. Un tasto su cui batte non solo l’opposizione ma anche le componenti della maggioranza contrarie alla chiusura. I grillini mugugnano perché "a pagare" sono i soliti noti, mentre "sui trasporti restiamo fermi" accusano, mettendo nel mirino la ministra Pd De Micheli. I renziani non sono da meno: "Servono risorse adeguate per aiutare chi è costretto a chiudere", sottolinea Marattin. Ieri Conte per la prima volta ha dato l’impressione di aver sbagliato qualcosa: "Non sono infallibile. Ci possono essere stati errori, ma non sottovalutazioni". Se la correzione di rotta arriva in tempo per frenare la slavina sanitaria, sociale e politica lo scoprirà nel giro di pochi giorni.