Per la Cia Putin è malato terminale. Faccia gonfia e scatti di rabbia

Secondo i servizi americani il capo del Cremlino è imbottito di farmaci che lo rendono nervoso e instabile

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Putin folle, e malato di cancro allo stadio terminale? Le cure per il tumore avrebbero avuto effetti collaterali sulle sue facoltà mentali? È la diagnosi a distanza degli specialisti della Cia, in base all’aspetto fisico e al comportamento negli ultimi tempi, pubblicata da quotidiani britannici. Ma per altri il capo del Cremlino è lucido e razionale, e sono gli occidentali a non capire la logica che lo guida. Pazzo o no, rimane il dubbio del perché i servizi segreti americani abbiano diffuso la notizia, riportando anche informazioni che avrebbero avuto da talpe al Cremlino. Secondo le vecchie regole, dovrebbero utilizzare i documenti invece di rivelarli, per decidere le contromosse adeguate.

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La rivelazione della Cia, vera o costruita, servirebbe a installare dubbi in Putin sull’affidabilità dei suoi servizi, e di spingerlo a reazioni precipitose. Secondo il Daily Star e il Guardian, Putin avrebbe un tumore all’intestino e viene curato con forti dosi di steroidi che provocano la cosiddetta "rabbia di Roid". Il malato è preda di scatti di ira incontrollabili, e si sfoga sui chi gli è vicino. Il volto e il collo di Putin sono gonfi, un effetto provocato sempre dagli steroidi, e il capo del Cremlino si isola dai collaboratori.

Gli steroidi diminuiscono le resistenze immunitarie, e Putin infatti si isola, riceve gli ospiti stranieri tenendoli a distanza, come è avvenuto negli ormai famosi colloqui con Macron e Olaf Scholz.

L’ultimo zar, infine, manifesterebbe sintomi di demenza senile e del Parkinson. Troppe diagnosi? Una talpa in seno al Fsb, il servizio segreto erede del Kgb, avrebbe informato Vladimir Solochkin, un dissidente in esilio, sulla situazione che si è creata al Cremlino, dopo l’intervento in Ucraina. Putin accuserebbe i suoi agenti di averlo volutamente male informato sull’Ucraina, o di essere degli incapaci. In ogni città, assicurava il Fsb, ci sarebbero stati almeno duemila filorussi pronti a manifestare per gli invasori. E almeno cinquemila a Kiev. E, ora, una parte dei servizi diffida di Putin, non più in grado di prendere decisioni. Il servizio segreto sarebbe diviso tra i fedeli di Putin e i suoi oppositori, mentre si è scatenata una caccia per individuare la talpa che rivela alla Nato le decisioni che sta per prendere Putin. Si può prevedere che questa lotta interna possa indurre i capi del Fsb a deporre il presidente con un putsch, prima di essere eliminati da un Putin che li accusa del fallimento in Ucraina.

Avevano previsto una guerra lampo, e sottovalutato la resistenza degli ucraini. "Putin non ha affatto una rotella fuori posto", assicura invece a Der Spiegel, John Bolton, 73 anni, collaboratore di Ronald Reagan e George Bush, ex ambasciatore all’Onu, e consigliere per la sicurezza di Donald Trump. Ma si dimise nel settembre del 2019 per contrasti con Donald, su cui ha scritto un libro molto critico. "Negli ultimi vent’anni ho incontrato spesso Putin, e lo conosco molto bene – dichiara al settimanale di Amburgo – è un uomo gelido e razionale, solo che la sua razionalità è diversa dalla nostra, e preferiamo pensare che sia folle".

Putin sta realizzando in Ucraina quanto aveva annunciato da tempo, non vuole annettere il paese, ma installare a Kiev un governo amico. E non intende usare armi nucleari. "La Cia non ha notato alcuna mossa che confermi un prossimo uso di bombe atomiche strategiche, è solo un bluff," assicura Bolton, che a Washington è sempre considerato uno dei maggiori esperti della Russia e della Cina.