Mercoledì 24 Aprile 2024

Fa tenerezza, ma bisogna ancora parlarne

Marina

Terragni

ut”, cartoon Pixar, storia di Greg che non riesce a confessare ai genitori di amare Manuel, fa quasi tenerezza. Sembra il reperto di un mondo in cui dichiararsi gay era un problema. Ma parlarne è ancora necessario.

Ci sono posti al mondo –dove certamente “Out” non arriverà- in cui ti mettono il cappio al collo: lì sì, avrebbe un effetto dirompente. Qui nel West le cose vanno abbastanza lisce, tolta la miseria residua di chi è ancora convinto che l’omosessualità sia una patologia curabile.

E la brutalità di chi, violento a prescindere, trova nei gay (ma più spesso nelle donne, dicono i numeri) il capro espiatorio perfetto.

Eppure “Out” serve ancora. Il suo limite, semmai, è di essere un po’ vecchiotto.

La condizione di gay è superata da ben altre favolosità, tipo l’autosexual, il lithsexual (che detesta essere ricambiato), il sapiosexual (amante dei brutti) e via così, ad libitum.

Essere un ragazzo a cui piacciono ragazzi è ormai quasi conformismo, secondo soltanto all’essere etero.

Vero architrave del nuovo ddl contro l’omotransfobia è infatti quell’“identità di genere” che contiene tutte le rutilanti possibilità del queer.

Tanti omosessuali inglesi – gente molto seria- si sono stufati. Da quel mondo Lgbtq+ hanno deciso di estrarre una loro Lgb Alliance perché si sentono minacciati dalla “gender identity” che li sta divorando.

Eccolo il nuovo problema per Greg e Manuel. Anche su questo servirebbe un cartoon.