Mercoledì 24 Aprile 2024

Ex pm, fedelissimi e fratelli d’arte Conte blinda i big, bronci per le liste

Il leader del M5s si candida in cinque collegi, doppia chance per Appendino, Cafiero de Raho e Todde

di Antonella Coppari

Conte, Conte, Conte. Orfani dei loro beniamini falcidiati dalla determinazione di Grillo nel difendere l’ultima ridotta della purezza del Movimento, ovvero la regola del secondo mandato, gli elettori 5 Stelle potranno riconsolarsi con il leader in persona. Se Conte non sarà dappertutto nei collegi plurinominali (ieri notte sono stati pubblicati gli elenchi sul sito M5s accompagnati dal voto delle parlamentari) poco ci manca visto che sarà capolista alla Camera in ben 5 collegi: in due lombardi, poi in Campania, in Puglia, e in Sicilia. Né la cosa stupisce: un anno e mezzo fa la popolarità dell’ex premier avrebbe garantito probabilmente la vittoria all’allora centrosinistra. Ora ha perso punti, ma l’indice di gradimento resta molto alto. E in più, è il testimonial della doppia svolta: la rottura con Draghi, che ha riconsolato una parte della vecchia guardia, e la riconversione a sinistra che nelle intenzioni dell’avvocato del popolo dovrebbe calamitare una nuova fase di elettorato. Per la gioia dell’astro in ascesa, l’ex presidente dei senatori Mariolina Castellone, che gli elettori troveranno in Campania.

L’antica anima giustizialista avrà di che sfamarsi: tra i capilista (e i 15 ’preferiti’ di Conte lo sono tutti) due magistrati entrambi importanti. Universalmente apprezzato Federico Cafiero de Raho, procuratore antimafia, candidato per la Camera in Calabria e in Emilia–Romagna; più chiacchierato ma molto popolare nell’elettorato giustizialista Roberto Scarpinato che invece corre per il Senato in Sicilia e in Calabria. Dopo quella di Conte la stella più scintillante è Chiara Appendino: l’ex sindaca di Torino sarà candidata in entrambi i collegi piemontesi. Quando si fanno le liste il primo interesse dei leader è garantirsi la presa sui gruppi parlamentari: Conte ha rinunciato a candidare il suo spin doctor di fiducia, Rocco Casalino, ma gli altri della squadra ci sono tutti.

Tra i vicepresidenti M5s, Mario Turco è capolista per il Senato in Puglia e in Basilicata, per la Camera invece Alessandra Todde è prima dei candidati in Sardegna e in Lombardia, Michele Gubitosa in Campania, e Riccardo Ricciardi in Toscana. Tra regole del secondo mandato e fuoriuscite varie, dei nomi che in questi quattro anni hanno costellato la cronaca se ne troveranno pochi: il ministro Patuanelli, per dire, è presente per il Senato in Friuli Venezia Giulia, Campania e Lazio. In compenso ci sono alcuni familiari e congiunti degli esclusi: Samuel Sorial (Lombardia, Camera) fratello dell’ex deputato Giorgio, Davide Buffagni (Lombardia, Camera) fratello di Stefano già sottosegretario e viceministro. Oltre ai due togati, i nomi di richiamo sono quelli del notaio dei Cinque stelle Alfonso Colucci (correrà per la Camera nel collegio 2 del Lazio) e dell’architetto Livio de Santoli, capolista nel collegio 1 della stessa regione. Va da sé che in un partito la cui rappresentanza sarà falcidiata anche dal taglio dei parlamentari i nuovi arrivi diano particolarmente fastidio.

Malumori ce ne sono, pettegolezzi anche (diversi su de Santoli, ad esempio) ma più contenuti o comunque meno fragorosi di quelli del Pd. Particolarmente contrariati i nomi finiti nel purgatorio della lista supplente, equivalente 5stelle di una panchina: "Sono stata la più votata in Calabria e sono scivolata in basso", si lamenta Maria Laface. Sorte non migliore quella di Adriano Varrica o di Stanislao Di Piazza. Insomma, per quanto sotto traccia le tensioni non mancano, ma nel quartier generale di Conte – dove tra oggi e domani si chiuderanno le liste uninominali, con l’ex premier che medita di presentarsi a Napoli – si respira un certo ottimismo rinvigorito dal sondaggio choc di Noto: il draghicidio avrebbe regalato addirittura 3 punti, dal 9 % al 12.