Ex insegnante uccisa, indagato un vicino

Delitto sull’Appennino: la donna, 72 anni, freddata a fucilate nella casa di villeggiatura. L’ipotesi della lite degenerata

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di Francesco Zuppiroli

GAGGIO MONTANO (Bologna)

Uccisa a fucilate nella sua seconda casa, nell’Appennino bolognese. A fare fuoco, con un fucile caricato a pallini, sarebbe stato un vicino, che ieri nella notte è stato indagato per omicidio aggravato da futili motivi, interrogato e sottoposto all’esame dello stub. Il movente? Una lite, degenerata in tragedia. Sono questi i tragici contorni della fine di Natalia Chinni, un’insegnante di inglese in pensione, di 72 anni. La donna è stata uccisa nella notte tra venerdì e ieri con più colpi d’arma da fuoco al basso ventre, a Santa Maria di Villiana, località di Gaggio Montano.

L’assassino, per tutta la giornata di ieri, non aveva ancora un volto. Poi, alle 22, la svolta: indagano i carabinieri della provincia di Bologna, coordinati dal pm Antonello Gustapane. La ricostruzione è quella di una discussione finita nel sangue. Si scava su eventuali problemi avuti in passato nelle relazioni col vicinato. Che avrebbero ‘armato’ il conoscente-assassino. In caserma sono stati sentiti anche figlio e marito della donna.

La Chinni viveva infatti con il figlio 45enne, di professione fornaio a Porretta Terme, e il marito, un rappresentante in pensione, nella piccola località di Orti, ad Alto Reno Terme.

È stata ritrovata senza vita nella casa ereditata dai genitori e in cui la 72enne era solita trascorrere le giornate. Giornate, non sere. Ed è stato proprio il fatto che l’insegnante non fosse rientrata per cena, dopo un normale pomeriggio trascorso a sistemare l’abitazione, a insospettire i parenti e a far partire le ricerche. Ricerche che hanno subito condotto il figlio nella seconda casa, dove avrebbe ritrovato la porta aperta, senza evidenti segni di scasso – come confermato dai primi accertamenti –, né di oggetti asportati che avrebbero invece potuto far pensare ad un tentato furto andato male o a una rapina.

Natalia Chinni è stata uccisa per futili motivi: questa la certezza. Le indagini per tutta la giornata hanno proceduto in questo senso, con l’ascolto da parte dei carabinieri, oltre dei parenti, anche dei vicini di casa per cercare di ricostruire il ‘quadro’ attorno alle ultime ore della donna. Natalia aveva "la passione per le camminate nei boschi – come la ricordano alcuni vicini –. Una persona adorabile, gentilissima, con cui ci eravamo sempre trovati bene".

Non è stata trovata l’arma, però, e il medico legale ha collegato le piccole ferite a gambe e basso ventre all’esplosione di un colpo. Si sospetta un fucile. Sul cadavere di Natalia Chinni non c’erano segni evidenti di una morte violenta. Tuttavia le lesioni avevano sollevato subito dubbi e messo in allarme gli investigatori, che solo nella tarda serata di ieri hanno definito il quadro.

Nel frattempo, resta un desolante sgomento ad avvolgere il giallo dell’Appennino bolognese, con gli amici che si dicono "distrutti e senza parole davanti a questa tragedia che mai e poi mai ci saremmo aspettati".