Ex allieve maltrattate L’allenatrice sotto accusa "Sì, ho metodi severi Ma schiaffi e offese mai"

Sospesa dal tribunale sportivo, adesso dovrà affrontare il processo "Per fare agonistica servono duri sacrifici, però sono madre anch’io".

di Marco Signorini

È accusata di aver generato un clima "penoso di ingiustificata oppressione, costante paura e sottomissione, in modo da rendere il regime di vita e degli allenamenti intollerabilmente ostile, oppressivo e vessatorio".

Eleonora Gatti, 58 anni, è l’istruttrice di ginnastica artistica finita sotto la lente della Procura di Bologna che ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per l’accusa di maltrattamenti nei confronti di quattro ex allieve della Ginnastica Biancoverde di Imola, in provincia di Bologna, dove l’insegnante lavorava prima della sospensione decisa dal tribunale federale. La 58enne respinge però ogni accusa ed è pronta a difendersi nel processo che partirà il prossimo 12 ottobre.

Nel fascicolo aperto dalla procura si parla di "ripetute minacce di esclusione dalle competizioni ufficiali e di punizioni disciplinari", come "scendere, salire e scendere su una fune di 56 metri ancorata al soffitto usando esclusivamente la forza delle braccia", ma anche di percosse, schiaffi sulla pancia e altre offese. Comportamenti che non si addicono a un’insegnante...

"Concordo in pieno con lei. Infatti, non ho mai maltrattato le mie allieve e lo dimostrerò al processo. Spero che questi mesi passino in fretta perché non vedo l’ora di avere la possibilità di difendermi, raccontando chi sono veramente. Ho piena fiducia nella magistratura".

A quando risalgono gli episodi che le vengono contestati?

"Le denunce sono state presentate a gennaio da ragazze che non frequentavano più la squadra da qualche anno. Alcune contestazioni risalgono a quasi dieci anni fa e questo dovrebbe essere fonte di riflessione".

In che senso?

"Se un’insegnante prendesse a schiaffi suo figlio, lei cosa farebbe? Immagino che andrebbe subito dalle forze dell’ordine a presentare denuncia, o aspetterebbe degli anni?".

Magari, scosse per quanto accaduto, hanno trovato il coraggio di esporsi soltanto in un secondo momento...

"Guardi che non parliamo di una scuola dell’obbligo, ma di un’associazione che si è liberi di frequentare oppure no. Se un’allieva non si trova bene con un’insegnante se ne va".

Insomma, lei, nei suoi metodi d’insegnamento, ribadisce di non aver mai oltrepassato il ’limite’.

"Sono un’insegnante severa, questo sì e non posso pretendere di piacere a tutte le allieve. Ma non ho mai preso a schiaffi nessuno. Sono una madre anch’io e mai vorrei che mia figlia soffrisse per lo sport".

L’agonismo sfrenato, il dover vincere a tutti i costi, non è un brutto messaggio per i giovani?

"Quando si fa agonismo anche il risultato diventa importante e per vincere occorrono sacrifici, anche duri. Ma non si è obbligati a seguire questa strada".

Quale sarà la sua strategia difensiva?

"Ci sono decine di ragazze pronte a testimoniare in aula. Sono convinta che ai giudici basterà ascoltare loro. Il mio unico rammarico è che non siano state sentite durante le indagini. Ho la coscienza a posto e sento che la vicenda si concluderà al meglio. Spero davvero che i tempi della giustizia siano veloci per poter tonare a fare al più presto il lavoro che amo".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro