Venerdì 19 Aprile 2024

Clima, Italia sesta al mondo per morti da eventi estremi

La classifica del Climate Risk Index: nel 2018 il Paese più colpito è stato il Giappone. In 20 anni 20mila morti nel nostro Paese

Eventi climatici estremi, l'ultima piena del Po (Ansa)

Eventi climatici estremi, l'ultima piena del Po (Ansa)

Roma, 4 dicembre 2019 - L'Italia è un Paese fragile: basta vedere le cronache di alluvioni, frane e nubifragi. A causa dei quali si muore: siamo il sesto Paese al mondo - nel ventennio dal 1999 al 2018 - per vittime provocate da eventi climatici estremi e diciottesimi per numero di perdite economiche pro capite. Altro che clima temperato. I dati emergono dal Climate Risk Index di Germanwatch e dimostrano che ormai le condizioni meteorologiche estreme, legate ai cambiamenti climatici, stanno colpendo non solo i Paesi più poveri come Myanmar e Haiti, ma anche alcuni dei Paesi più ricchi del mondo.  Tanto che nel 2018 è stato il Giappone il Paese più colpito dagli eventi meteorologici estremi, seguito da Filippine, Germania, Madagascar, India, Sri Lanka, Kenya, Rwanda, Canada e Fiji. 

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Tornando all'Italia, nel 2018 il nostro Paese si classifica al 21esimo posto nel mondo per impatti da eventi climatici estremi. Nel dettaglio l'Italia si classifica all'ottavo posto nel mondo nella classifica delle perdite di milioni di dollari per persona, al 28esimo posto per  morti, al 27esimo posto per perdite di unità del Pil.  Considerando l'ultimo ventennio (1999-2018), l'Italia risulta al 26esimo posto nel mondo nella classifica generale; al 18esimo posto per perdite di milioni di dollari per persona; al sesto per morti.

Tanto per fare i numeri: dal 1999 al 2018 l'Italia ha registrato quasi ventimila morti riconducibili agli eventi meteorologici estremi, che nello steso arco di tempo hanno causato perdite economiche quantificate in 32,92 miliardi di dollari. Nel solo 2018 gli eventi estremi hanno causato in Italia 51 decessi e 4,18 miliardi di dollari di perdite.

Il rapporto sottolinea anche l'importanza dei negoziati della Cop25. Secondo gli autori, nonostante gli impatti climatici comincino a causare perdite e danni permanenti in tutto il mondo, non esiste ancora uno specifico strumento finanziario delle Nazioni Unite rimborsare le perdite legate al clima.  Finora i Paesi industrializzati si sono rifiutati di negoziare tale strumento ma, per la prima volta quest'anno, durante la Cop25, il sostegno finanziario per le perdite e i danni legati al clima è in cima all'ordine del giorno. 

Per i Paesi più poveri e più vulnerabili, questo vertice sul clima riveste quindi la massima importanza, in quanto chiedono che gli Stati arrivino a un accordo, o almeno ne riconoscano la necessità, per un aiuto concreto verso coloro che più sono vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici.  Altrimenti il rischio è che i Paesi più poveri continueranno a dipendere dai prestiti per far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici, il che potrebbe risultare in un debito eccessivo, minando economie spesso già vulnerabili. 

Su Facebook il leader dei 5 stelle e ministro degli Esteri Luigi Di Maio riprende l'allarme sulle vittime degli eventi climatici estremi e commenta: "O troveremo il coraggio di cambiare davvero, adesso, oppure non riusciremo più a rialzarci".