Mercoledì 24 Aprile 2024

Europa ed economia Meloni dia segnali chiari

Il sostegno al Pnrr impostato da Draghi può rassicurare Bruxelles

Lorenzo

Castellani

Gli ultimi sondaggi mostrano una coalizione di centrodestra in netto vantaggio. Tuttavia, la composizione di questo centrodestra è peculiare se raffrontata con quelli degli altri paesi dell’eurozona. Forza Italia, l’anima popolare e moderata, da anni perde consensi e sarà nettamente il partito più piccolo dell’alleanza mentre Lega e soprattutto Fratelli d’Italia rappresenteranno la maggioranza degli elettori della coalizione. Per Giorgia Meloni, che ha la grande occasione di poter puntare a Palazzo Chigi, si aprono una serie di questioni. La prima è quella europea. Fratelli d’Italia appartiene al gruppo europeo dei conservatori, mentre la Lega è iscritta a Identità e Democrazia. Ciò mette la destra italiana in una posizione disallineata rispetto alla maggioranza che governa Bruxelles, composta da popolari, liberali e socialisti. Non è un elemento da poco poiché per il resto d’Europa se il centrodestra vincesse, l’Italia, cioè il terzo paese dell’eurozona, sarebbe governato da una maggioranza a trazione euroscettica.

A Meloni conviene dare presto un segnale: assicurare l’attuazione del Pnrr impostato da Draghi, dichiarare la disponibilità a collaborare con gli altri leader europei pur di diverso colore politico, rilanciare sulla politica economica europea. Lo scenario internazionale ed economico è completamente cambiato negli ultimi tre anni, di conseguenza le idee del conservatorismo europeo vanno aggiornate.

Non si può pensare di risolvere problemi tanto vasti rinunciando alla politica europea in nome della sovranità nazionale. Ci si può invece battere per il rispetto dell’autonomia nazionale in alcune materie, per smussare gli eccessi dirigisti e burocratici della Commissione, ma dentro una Europa più integrata sul piano economico. Senza una politica economica europea rafforzata la situazione rischia di precipitare in Italia come altrove. La sovranità è meglio difesa se calata in uno schema realistico fatto di negoziazione nell’integrazione che con utopiche proposte politiche di autarchia.

Ciò si lega alla seconda questione importante, quella finanziaria. È tempo che la destra italiana riponga le sue diffidenze verso le banche e i fondi di investimento e presenti un piano economico ai mercati. Ciò richiede una spiegazione delle intenzioni sia agli operatori finanziari che ai grandi giornali internazionali. Sono strategie che possono sembrare elitarie o lontane dal popolo, ma che sono essenziali se si ambisce a governare a lungo. Ancora di più un Paese con l’importanza e i problemi economici dell’Italia e a maggior ragione con una coalizione di destra che rappresenterebbe un unicum in Europa.