Giovedì 24 Aprile 2025
REDAZIONE CRONACA

Euro falsi venduti online: come funzionava la truffa su Telegram

Scoperta nel leccese una stamperia clandestina di euro contraffatti che poi venivano messi in vendita su Telegram: così sono state truffate centinaia di persone in tutta Europa

Gli euro falsi venivano stampati e venduti online

Gli euro falsi venivano stampati e venduti online

I bonifici che ricevevano dagli utenti erano veri, peccato che gli euro che vendevano online su alcuni canali Telegram fossero falsi. Ecco come funzionava la truffa tutta “made in Italy” sulla celebre app di messaggistica.

La stamperia clandestina di banconote false

La buona notizia è che i carabinieri hanno smantellato una vera e propria stamperia clandestina di euro falsi nel leccese con il supporto degli specialisti Europol. L’indagine ha portato all’arresto di tre italiani accusati di associazione a delinquere finalizzata alla produzione e al commercio di denaro falso. In sostanza, l’organizzazione criminale produceva e distribuiva banconote contraffatte da 20, 50 e 100 euro, che venivano poi vendute attraverso canali Telegram.

Come funzionava la truffa su Telegram

Ma come funzionava esattamente questa truffa? In pratica, le banconote contraffatte nel laboratorio clandestino venivano pubblicizzate e messe in vendita su alcuni canali Telegram come “Diablopug and Biuggy store” e “I tre Immortali”. I pagamenti avvenivano tramite bonifico bancario, PayPal o criptovalute (Bitcoin, Litecoin, USDT, Ethereum).

Non si tratta di qualche vendita isolata, dal momento che gli investigatori hanno accertato quasi 200 episodi nei mesi scorsi per un giro d’affari di 180 mila euro. Un business internazionale visto che tra i clienti sono stati individuati acquirenti provenienti da Italia, Spagna, Germania e Belgio, inclusi numerosi minorenni. Durante la perquisizione nella stamperia clandestina, i carabinieri hanno sequestrato tre stampanti, 40mila euro in banconote false e persino alcune monete da due euro contraffatte.

Non solo banconote false? L’indagine continua

Le indagini non si fermano perché si ipotizza che il capo della banda abbia messo a disposizione i canali Telegram anche per altre attività illecite, tra cui il traffico di stupefacenti, armi da fuoco e documenti falsi come carte d’identità, e passaporti.