Martedì 23 Aprile 2024

Etruria, tutti assolti. Boschi: piango per papà

Dopo 7 anni si chiude il processo sulle consulenze, scagionato anche il padre dell’ex ministro. Lei si sfoga: "Un lungo calvario"

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di Federico D’Ascoli

AREZZO

Le lacrime di Maria Elena per babbo Pier Luigi e la politica che riapre il cassetto del crac Banca Etruria. Lo fa per un’assoluzione arrivata dopo sette anni: quella del padre dell’ex ministro Boschi, tra i quattordici a processo. Il filone di indagine era quello sulle consulenze: 4,3 milioni affidati dall’ultimo consiglio di amministrazione prima della risoluzione e del commissariamento.

"Il fatto non sussiste" ha concluso in aula il giudice Ada Grignani per tutti gli imputati. Compreso Pier Luigi Boschi, 73 anni, nel 2015 vice presidente dell’istituto di credito. La figlia in quel momento aveva la delega per le Riforme nel governo Renzi: il decreto salva-banche evitò il fallimento anche di Etruria. Fu subito bufera mediatica con Maria Elena Boschi nel mirino. L’attuale capogruppo di Italia viva alla Camera ha affidato le sue emozioni a un lungo post su Facebook con un "ti voglio bene babbo" sul finale.

"Oggi ho pianto. Avevo giurato a me stessa che non avrei mai pianto per Banca Etruria. Oggi l’ho fatto. E non ho paura di ammetterlo. Ho pianto come una bambina, in ufficio, alla Camera – scrive la parlamentare di Iv –. Oggi si chiude un calvario lungo sette anni. E si chiude nell’unico modo possibile: con la certezza che mio padre era innocente".

Una vicenda pubblica che ha segnato la vita di Boschi che poi attacca gli avversari politici, i talk show, gli odiatori della Rete che l’hanno messa nel mirino: "Ho sempre saputo che mio padre è stato attaccato sui media e non solo per colpire altri. Ma oggi la verità giudiziaria stabilisce ciò che io ho sempre saputo nel mio cuore: mio padre è innocente. E ora lo sanno tutti, non solo la sua famiglia".

Restano le cicatrici dell’anima: "Questa vicenda ha segnato la mia vita e la mia carriera molto più di quanto uno possa pensare: ma le lacrime di oggi sono lacrime di gioia e di speranza. Perché nessuno debba subire quello che ha subito la mia famiglia. Combatterò per una giustizia giusta. E ringrazio quei tanti magistrati che in ogni angolo del Paese fanno prevalere il diritto sull’ingiustizia. Grazie a chi mi è stato vicino. Ti voglio bene babbo".

Tra i primi a dire la sua Matteo Renzi, "i mostri non eravamo noi", scrive su Twitter l’ex premier. "Oggi molti avversari politici, ospiti dei talk, odiatori dovrebbero mettersi in fila e dire una cosa sola: scusa. Non lo faranno" punge Renzi. Al coro di reazioni bipartisan, che vanno dal Pd a Forza Italia, si aggiungono "l’abbraccio" del sindaco di Firenze Nardella e "la solidarietà" del figlio di Bettino Craxi, spesso chiamato a difendere la memoria del padre nel post tangentopoli: "La campagna contro Maria Elena Boschi è stata particolarmente odiosa – spiega Bobo Craxi – certa stampa e alcuni movimenti politici hanno dato il peggio di loro. Purtroppo non è scontato che non capiti anche ad altri".