Venerdì 19 Aprile 2024

Etna in eruzione. Lo studio Ingv: "Ha un cuore pulsante"

Terza fase parossistica in pochi giorni per il vulcano siciliano

Nuova fontana di lava sull'Etna (Dire)

Nuova fontana di lava sull'Etna (Dire)

Catania, 23 maggio 2021 - L'Etna continua a dare spettacolo con le sue fontane di lava: terza fase parossistica dalla notte tra il 18 e il 19 maggio scorso, quando fu registrata la 'fontana di lava di Franco Battiato'. La nuova attività è presente ancora una volta dal cratere di Sud-Est con spettacolari fontana di lava ed emissione di cenere che si disperde in direzione Est-Nord-Est.

Eruzione monitorata

L'eruzione è monitorata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio Etneo (Ingv-Oe) di Catania ed è ripresa alle 20.30 circa di ieri sera con un'attività stromboliana. Il tremore vulcanico è in ulteriore aumento su valori molto alti. Le sorgenti del tremore sono localizzate in prossimità del cratere di Sud-Est ad una profondità di circa 2.8 chilometri sul livello del mare. Il tasso di occorrenza degli eventi infrasonici è molto alto. La rete clinometrica mostra modeste variazioni intorno a 0.1 microradianti. La rete Gnss non mostra variazioni. 

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Il cuore pulsante dell'Etna

L'Etna ha cambiato volto in tre anni e ha un "cuore pulsante": un meccanismo, quest'ultimo, presente probabilmente nei vulcani del resto del pianeta. Si tratta di un serbatoio magmatico più profondo che ne alimenta costantemente uno più superficiale, dove i gas pressurizzano dando origine alla raffica di fontane di lava. Lo ha scoperto un team di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), che ha pubblicato il modello di descrizione sulla rivista scientifica 'Applied Sciences'.  "Parliamo di 300 metri cubi al secondo di magma, due tonnellate e mezzo al metro cubo - spiega Alessandro Bonforte, primo autore della ricerca - estremamente energetica dal punto di vista meccanico e da quello termodinamico. Il meccanismo funziona sempre allo stesso modo, anche nei parossismi di febbraio-aprile".

Etna, lo studio dell'Ingv

Lo studio, dal titolo "Combining high- and low-rate geodetic data analysis for unveiling rapid magma transfer feeding a sequence of violent summit paroxysms at Etna in late 2015" si è concentrato su una serie di quattro fontane di lava che hanno interessato il cratere Voragine del vulcano siciliano nel dicembre del 2015. Gli scienziati hanno analizzato le deformazioni del vulcano per risalire alle sorgenti magmatiche delle sequenze delle violente eruzioni, per comprenderne le dinamiche e definire il sistema di alimentazione dell'Etna in grado di produrre un così rapido accumulo e violento rilascio del magma.  Ecco la dinamica: il magma si trasferisce da una camera profonda a una più superficiale. Lì, ricco di gas, staziona temporaneamente accumulando pressione. "La sorgente di pressurizzazione profonda fornisce magma ricco di gas a un serbatoio più 'superficiale' situato a una profondità di circa 1,5/2 km", spiega Bonforte. "Quando la pressione del gas supera quella di contenimento delle rocce si verifica l'eruzione violenta sotto forma di parossismo. Questo meccanismo combinato di due livelli di 'stoccaggio' del magma a diverse profondità rappresenta, dunque, il possibile 'motore' delle sequenze di eventi così rapidi e violenti".  "Il modello da noi proposto - sottolinea il ricercatore - suggerisce un meccanismo simile a quello di un cuore pulsante, in cui un serbatoio di media profondità, a circa 6 km, carica un serbatoio più superficiale, a circa 2 km; questo serbatoio si trova a una profondità che consente al gas di separarsi dal resto del fuso, aumentando così la pressione, un po' come quando si vedono le bollicine formarsi in una bottiglia di una bevanda gasata".

L'Etna ha cambiato faccia

Il vulcano, intanto, ha cambiato faccia. L'Etna, spiega il vulcanologo Boris Behncke mostrando alcune foto del profilo della Muntagna (come la chiamano in Sicilia) - è in costante evoluzione e cambiamento, forse più che qualsiasi altro vulcano su questo pianeta. Questa evoluzione è più evidente nel caso del Cratere di Sud-Est, il più giovane e più attivo dei quattro crateri sommitali del vulcano. Con la serie di parossismi di febbraio-aprile 2021, questo cratere è cambiato ancora una volta in maniera sconvolgente e non è riconoscibile. Del vecchio cono del Sud-Est, che nel 2000 era singolo e cospicuo, non resta praticamente più nulla di visibile (solo se guardato da sud se ne vede ancora una 'gobbà). Qui sull'Etna, la Terra sta ancora nascendo".