Esplode batteria del telefono: intossicati a scuola

Il dispositivo esterno di riserva era nello zaino di uno studente 15enne. Il proprietario: power bank presa due anni fa, non ricordo

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di Simona Ballatore

e Nicola Palma

Lo scoppio che interrompe all’improvviso la lezione di Scienze dell’alimentazione, qualche minuto prima del suono della campanella della seconda ora. L’odore acre del fumo nero che fuoriesce dallo zaino di un alunno 15enne. L’aria che si fa subito irrespirabile. E l’insegnante che apre le finestre della classe e riesce a far evacuare ordinatamente tutti gli studenti, tranquillizzando i più spaventati e spostando la cartella in cortile. L’allarme è scattato alle 8:50 di ieri all’interno della 2L dell’istituto alberghiero Amerigo Vespucci di via Valvassori Peroni 8, in zona Lambrate a Milano. Il bilancio è di sei minorenni lievemente intossicati, di cui due, il proprietario dello zaino e una coetanea, trasportati in via precauzionale alla clinica De Marchi per difficoltà respiratorie legate all’inalazione di fumo e dimessi già in mattinata; soccorsi sul posto pure la docente di 54 anni e una studentessa diciassettenne di un’altra classe, che nelle fasi di uscita dall’edificio ha accusato una crisi di panico e che per questo è stata accompagnata all’ospedale San Raffaele per un controllo. A provocare la mini deflagrazione è stato, secondo i primi accertamenti degli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della della questura, un corto circuito della power bank custodita nello zaino, il dispositivo elettronico che il quindicenne utilizzava abitualmente come ricarica portatile per il suo cellulare.

Ai poliziotti, l’adolescente ha raccontato di aver acquistato la power bank un paio d’anni fa: "Non ricordo né dove l’ho comprata né la marca", ha affermato. Informazioni che sarà quasi impossibile reperire a posteriori, visto che il caricabatterie è andato completamente distrutto: l’ipotesi più plausibile è che si sia surriscaldato all’interno dello zaino, anche se, sempre stando alla testimonianza del proprietario, il dispositivo alimentato con ioni al litio non era in funzione in quel momento; l’alternativa è che lo schiacciamento del caricabatterie all’interno della cartella abbia generato un danneggiamento meccanico e la successiva autocombustione. "Non ci sono state fiamme – spiega a fine giornata il preside Luigi Costanzo, che dirige una scuola con circa 1.100 studenti e 200 tra docenti e personale tecnico-amministrativo –, ma per sicurezza abbiamo fatto evacuare il piano. Abbiamo subito chiamato i soccorsi per gli studenti e la docente rimasti lievemente intossicati e abbiamo controllato con l’Ats che tutto fosse a posto. Fortunatamente, anche la ragazza che ha avuto un attacco di panico si è rapidamente ripresa". Alla fine, gli alunni sono rientrati e hanno proseguito le lezioni in altre aule.