La ginecologa abortista: "Esercito di obiettori, vergogna in corsia"

Silvana Agatone, ginecologa con 40 anni di servizio in cinque ospedali del Lazio. Nel 2008 ha fondato la rete Laiga

La ginecologa Silvana Agatone

La ginecologa Silvana Agatone

"Non è tanto il carico di lavoro, ma il contesto culturale", spiega Silvana Agatone, ginecologa con 40 anni di servizio in cinque ospedali del Lazio "in cui ero sempre l’unica non obiettrice. Non è la situazione di tutti, ci sono realtà corrette". Per gli altri ha fondato nel 2008 la rete Laiga, che ha anche fatto una mappa degli ospedali in cui le donne possono esercitare quel diritto a interrompere una gravidanza che per legge dovrebbe esser garantito ovunque.

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I non obiettori fanno solo le Ivg?

"Certo che no: siamo forse meno presenti ma altrettanto bravi in sala parto e in sala operatoria. Il nostro vero problema è il combattimento quotidiano. Coi capi, coi nostri pari, con chi dovrebbe seguire le nostre direttive".

Obiettori di coscienza?

"Io di obiettori veri ne ho conosciuto uno solo, ed era quello che collaborava di più. Ho incontrato molti ’boicottatori’, spesso per motivi che nulla c’entravano con la religione o la coscienza".

Ad esempio?

"Mi è capitato di correre in sala operatoria per una complicanza e inseguire personale che scappava accampando di essere obiettore. Quando tre donne denunciarono l’umiliazione dell’espulsione da sole in bagno perché le ostetriche, mentre ero con altre pazienti, me le rimandavano in stanza su ordine della capo ostetrica, il primario mi disse di non ricoverare più di un aborto terapeutico per volta. Non ebbe il coraggio di metterlo per iscritto".

Questo tipo di obiezione non rientra nella 194.

"Nemmeno quella dei portantini in Puglia, degli infermieri che non volevano lavare ferri che possono essere usati per diversi interventi, di chi rifiuta di portare un farmaco, del collega che pretende la tua reperibilità notturna perché un travaglio abortivo si è concluso durante il suo turno. Le direzioni sanitarie non intervengono e devi farti carico di garantire il servizio perché gli altri se ne lavano le mani, ammantando con l’obiezione anche la voglia di scaricare un po’ di lavoro, o di frustrazione, sull’anello debole. Che sei tu. Molte volte sono stata a un passo dal mollare".