Esercitazione fatale Aerei militari si scontrano Due morti, inferno tra le case Pilota eroe evita la strage

Il racconto dei testimoni: "Uno dei due velivoli è sceso in verticale mancando i palazzi". Fiamme alte metri. L’altro monomotore è precipitato in campagna, vicino a un asilo

Migration

GUIDONIA (ROMA)

Piloti eroi evitano una strage vicino a Roma. Due aerei da addestramento del 60° stormo dell’Aeronautica Militare – due monomotori a elica Siai Marchetti S 208– si sono scontrati in volo nei cieli di Guidonia Montecelio, in provincia di Roma. La collisione è avvenuta a bassa quota su aree abitate. Ma i piloti sono riusciti a evitare di cadere sulle case. Uno ha perso un’ala ed è precipitato in un campo vicino all’aeroporto evitando un asilo, l’altro è finito sul centro abitato, ma il pilota ha manovrato per evitare le case e in qualche modo è atterrato nella piccola via delle Margherite, evitando i palazzi e schiantandosi contro un’auto in sosta. Dopo lo schianto il pilota era ancora vivo ma era intrappolato dai rottami. Ed è tragicamente morto divorato dalle fiamme.

"Mi ero appena fermato a prendere un caffè – racconta Daniele Saccucci, testimone oculare – il tempo di entrare nel bar che sta lì vicino, davanti al quale c’erano setto o otto persone che sono state miracolate, che ho sentito il tonfo dell’aereo, mi sono girato e l’ho visto, capovolto a terra, accartocciato contro una macchina. Dal bar sarà stato a 20-30 metri. Per cercare di dare una mano, sono corso verso l’aereo, che ancora non era in fiamme, e quando sono arrivato a 3-4 metri ho sentito il pilota gridare: "Aiuto! aiuto!". In quel momento però c’è stata una fiammata che ha preso l’aereo. Il pilota gridava aiuto ma le fiamme lo hanno avvolto. Io sono corso nel bar per prendere l’estintore, ma il tempo di tornare indietro le fiamme erano alte. E ho capito che con un piccolo estintore non c’era niente da fare". Tra le persone ’graziate’ dal pilota anche un cittadino che era appena uscito dal palazzo vicino al quale si è schiantato l’aereo: salvo per pochi metri.

L’eroismo del pilota precipitato in via delle Margherite viene sottolineato dal sindaco di Guidonia Montecelio, Mauro Lombardo e dal pm che conduce le indagini. "Pur essendo in corso i doverosi accertamenti – sottolinea in una nota il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto – dalle prime ricostruzioni è ragionevole ipotizzare che il velivolo caduto nella strada di un centro abitato sia stato lì direzionato dal pilota (l’ipotesi è di una caduta ’in verticale’, a coltello) per recare il minor danno possibile a cose e persone, tanto che i danni sono stati limitatissimi. Diversamente, una precipitazione sugli edifici ai lati della strada avrebbe causato numerose vittime". I piloti deceduti a Guidonia sono il tenente colonnello Giuseppe Cipriano, 47 anni, tarantino di origine lucana, pilota istruttore con 6mila ore di volo alle spalle sia sui 208 che su alianti e su aerei a reazione come i MB339 che sarebbe il pilota eroe che ha evitato che il suo velivolo finisse sulle case e il maggiore Marco Meneghello, 45 anni, nato a Legnago nel veronese, anche lui istruttore sui Siai Marchetti 208 e alianti con 2.600 ore di volo, è il pilota che ha evitato l’asilo.

"L’incidente – spiega generale di squadra aerea Silvano Frigerio, comandante delle scuole dell’Aeronautica dell’aeroporto di Guidonia dove c’è il 60° stormo – è avvenuto a 4 minuti dalla fine del volo di addestramento, durato in tutto 15 minuti, di quattro velivoli che hanno volato a circa tre metri di distanza l’uno dall’altro fino alla manovra di atterraggio, quando gli aerei tre e quattro, ovvero quelli di Cipriano e Meneghello, si sono staccati per cominciare l’avvicinamento alla pista dell’aeroporto. La collisione è avvenuta per motivi ignoti a circa 1.500 piedi di altezza, ovvero 500 metri".

"Erano piloti esperti, volavano su diversi mezzi – aggiunge Frigerio – non mi sorprende che abbiano evitato vittime civili. Tutti i piloti dell’Aeronautica sono addestrati anche a manovre per preservare l’incolumità delle persone, e l’indagine in corso lo appurerà". Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al capo di Stato maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, un messaggio di cordoglio e di "solidarietà e intensa partecipazione al dolore dei congiunti".

A. Farr.