Sabato 20 Aprile 2024

Esame-farsa di Suarez, si dimette la rettrice

La Grego Bolli indagata, lascia l’università per gli stranieri di Perugia: "È una scelta sofferta, ma lo faccio per il bene dell’ateneo"

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di Erika Pontini

Alla fine, travolta dallo scandalo e dalle pressioni la Rettrice Giuliana Grego Bolli ha mollato. E nell’ultimo giorno utile per impugnare al tribunale la sospensione di 8 mesi disposta dal gip nell’ambito dell’indagine sull’esame-farsa di Luis Suarez ha rassegnato le dimissioni con una lettera al ministro Gaetano Manfredi, e un’altra al personale docente e amministrativo di Palazzo Gallenga: "Affronto queste dimissioni a testa alta e con serenità, nella convinzione di avere operato ogni giorno, degli oltre miei 40 anni di servizio, nell’interesse dell’Ateneo".

Ma, fuori dall’ufficialità, la Grego Bolli sottolinea che "le dimissioni non sono legate al caso Suarez ma strettamente connesse alla mia volontà di anteporre il bene dell’Università al mio personale diritto di difendermi come privata cittadina". Di più non dice: "Ci sono indagini in corso e ho fiducia nella magistratura". Ma promette che parlerà. Innanzitutto con i magistrati che l’hanno inquisita per falso e rivelazione di segreti d’ufficio – il procuratore capo Raffaele Cantone e i pm Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti – dopo che all’interrogatorio di garanzia si era avvalsa della facoltà di non rispondere. Dovrà spiegare le intercettazioni che la inguaiano: dalla ’commissione ad hoc’ per il campione al ’binario’ su cui si doveva muovere l’esaminatore, arrivando anche a scherzare con l’amica prof che l’aveva preparato sulla scarsa conoscenza linguistica dell’atleta: "È un bravo A1 (il livello più basso) e quindi perfetto per un B1", con tanto di emoticon spaventate. Preoccupandosi che, dopo l’esame, potesse essere intervistato: "Non deve incontrare i giornalisti. Quindi questo qui deve essere come quelli che scappano dalla porta di servizio". A loro racconterà la sua verità sulla certificazione B1 al calciatore in odore di Juve e su veleni & accuse di aver dato vita a una sorta di ’voto di scambio’ dentro l’Ateneo: incarichi, in cambio dell’elezione. In piedi ci sono più filoni di indagine: quella sul caso Suarez che ha messo nei guai anche i due legali della Juventus e lo stesso ds Fabio Paratici e quella legata a concorsi e ’buco’ nelle casse dell’Ateneo per le rette non pagate degli allievi cinesi.

"È una decisione che ho preso con profondo rammarico e personale sofferenza", scrive la Rettrice al ministro. Il 7 dicembre, all’indomani dell’interdittiva (la procura aveva sollecitato gli arresti domiciliari) Grego Bolli aveva scritto a Manfredi spiegando di voler attendere l’esito del ricorso e "dimettermi nel caso di conferma della sospensione dalla funzione di rettore". "La ragione della mia scelta anticipata a oggi è dettata dalla constatazione della grave crisi nella quale è precipitato negli ultimi giorni l’Ateneo e dalla conseguente urgenza di porvi immediato rimedio, senza attendere quel mese di tempo (mi dicono i miei avvocati) necessario ad avere l’esito del mio ricorso. Un mese di attesa sarebbe un tempo troppo lungo, non compatibile con la necessità di un pronto soccorso per il mio Ateneo oggi".

Perché oltre alla Rettrice l’indagine della Finanza ha azzerato anche il direttore generale, Simone Olivieri che non si è dimesso e nei cui confronti il Cda si è limitato ad avviare il procedimento disciplinare ma senza una rimozione formale, come auspicato da più parti. L’azzeramento dei vertici "sta portando l’Ateneo a una pericolosa paralisi di gestione, oltre che ad avvelenarne il clima interno", scrive ancora la Grego Bolli. Intanto ieri l’esaminatore Lorenzo Rocca, nei cui confronto il gip ha revocato la sospensione, ha annunciato di aver rassergnato le dimissioni dallUniStra.