di Stefano Brogioni Dalle chat che hanno fatto arrossire la magistratura, acquisite con il sequestro dello smartphone di Luca Palamara, nasce un altro scandalo tra le toghe: il procuratore capo della procura di , Giuseppe Creazzo, sarà processato dal Csm per le accuse di violenza sessuale avanzate contro di lui da un altro magistrato, Alessia Sinatra, in servizio a Palermo. L’episodio, descritto da Sinatra nel corso di un interrogatorio alla sezione disciplinare del Csm, risale al dicembre 2015. Lei e Creazzo, entrambi della corrente Unicost, la stessa di Palamara, si sarebbero trovati a Roma, nello stesso albergo, dopo un convegno. Qui, stando al racconto della donna, il numero uno della procura di avrebbe tentato di baciarla e toccarle il seno. Ma la denuncia, come da copione "Mee Too", non arrivò, nell’immediatezza. Anzi, non è mai arrivata. E qui, il caso s’attorciglia intorno al "sistema", giudiziario e politico, di cui Palamara è stato per anni il fulcro, e che ha descritto anche nel suo libro, appena uscito. Creazzo, con il "sistema", ha avuto a che fare, visto che il suo è uno dei nomi che sono ballati sul tavolo dell’ormai famoso incontro, nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2019, all’"Hotel Champagne", dove il trojan infilato nel telefono di Palamara ha registrato il colloquio tra lui, Luca Lotti e Cosimo Ferri in cui viene, per la successione di Pignatone a Roma, abbandonato il nome di Creazzo per arrivare a Marcello Viola. Ma quando il procuratore di è diventato ufficialmente un candidato alla procura della Capitale, la Sinatra chattando con Palamara lo chiama più volte "porco". E quando le conversazioni finiscono agli atti della procura di Perugia, dove Palamara è indagato per corruzione, il Csm si attiva anche per tutte le possibili contestazioni disciplinari figlie della fitta rete di contatti dell’ex numero uno dell’Anm. ...
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