"Mirko Genco era un uomo pericoloso, non andava liberato"

Gli avvocati contestano la scelta del giudice dopo il patteggiamento per minacce. Oggi Mirko Genco dal Gip, il pm gli contesta tre aggravanti

Juana Cecilia Hazana Loayza

Juana Cecilia Hazana Loayza

"Il patteggiamento? Il giudice lo poteva rifiutare. E condannare Mirko Genco mantenendo la misura cautelare che aveva in corso". È netto l’avvocato Giovanna Fava, membro del Tavolo Interistituzionale del contrasto alla violenza contro le donne, di Reggio Emilia. Non solo, l’avvocato Fava aveva assistito Juana Cecilia Hazana Loayza nella causa di separazione dal marito, da cui aveva avuto un bimbo, oggi di un anno e mezzo. A oltre tre giorni dall’efferato omicidio della 34enne peruviana, per il quale l’unico sospettato (in stato di arresto) è Mirko Genco, 24 anni di Parma, Reggio Emilia si interroga su questo aspetto: nonostante i segnali ci fossero tutti; nonostante un profilo psicologico particolarmente delicato; nonostante le denunce e la violazione del divieto di avvicinamento, Genco era stato rimesso in libertà in seguito ad un patteggiamento in cui il giudice Donatella Bove l’aveva condannato a due anni (pena sospesa). L’unico caveat era quello di intraprendere un percorso di recupero presso l’Ausl della città ducale, che, di fatto, non ha mai iniziato. Genco, infatti, ha partecipato solo ad una seduta preliminare il 16 di novembre. "A volte si pensa che bastino le denunce e il Codice rosso per risolvere il problema, ma è una falsa sicurezza", rincara l’avvocato Fava.

Intanto il quadro probatorio in mano al sostituto procuratore Maria Rita Pantani che coordina le indagini dei carabinieri reggiani, si arricchisce di un nuovo elemento: quello dei filmati delle telecamere di videosorveglianza del palazzo dove abitava Cecilia Hazana, nella prima periferia di Reggio. In quei ’frame’ ci potrebbe essere la chiave per definire l’esatta dinamica dell’omicidio, avvenuto all’incirca alle 2 di sabato mattina, nel parco dell’ex Polveriera. Soprattutto, gli investigatori potrebbero vedere confermata o smentita la versione fornita da Genco durante l’interrogatorio reso sabato in cui ha confessato l’orribile omicidio. Il 24enne ha sostenuto di aver tentato prima di strangolarla, poi dopo averla lasciata semi incosciente, è salito in casa di lei, ha preso un coltello, e ha ’finito’ Cecila tagliandole la gola.

Stamani, poi, vi saranno altri due snodi importanti dal punto di vista giudiziario. Alle 10.45 davanti al Gip presso il tribunale reggiano si terrà l’udienza di convalida. Il pm Pantani, nella richiesta di convalida del provvedimento, oltre all’accusa di omicidio, contesta a Genco anche tre aggravanti: i futili motivi, la recidiva dello stalking e la minorata difesa della vittima. Quasi in contemporanea si svolgerà anche l’autopsia sul corpo di Cecilia. La Procura ha già conferito l’incarico a un consulente tecnico di parte per assistervi, probabile che anche la difesa di Genco, nella figura dell’avvocato Alessandra Bonini del foro di Reggio, possa fare altrettanto.

Alessandra Codeluppi

Nicola Bonafini