Martedì 16 Aprile 2024

Era il broker delle truffe ai vip Giallo sullo schianto in moto

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ROMA

Lunga e diritta correva la strada. "Poi la moto è esplosa lo schianto contro il muro dell’aeroporto dell’Urbe" sulla Salaria a Roma, riferiscono alcuni testimoni che ieri mattina intorno a mezzogiorno hanno assistito all’incidente costato la vita al broker Massimo Bochicchio. Un incidente che ha tutti i contorni del giallo. E proprio sulla dinamica dell’incidente si concentrano in queste ore le indagini degli inquirenti. Proprio stamani, infatti, Bochicchio doveva comparire al Tribunale di piazzale Clodio per un’udienza del procedimento che lo vedeva accusato di truffa ai danni di alcuni vip e personaggi dello sport fra cui figurano l’attaccante della Roma Stephan El Shaarawy, l’ex allenatore della Nazionale Marcello Lippi e l’ex mister di Siena, Juve e Inter ed ex ct azzurro Antonio Conte, che avrebbe investito, tramite il fratello Daniele, circa 24 milioni di euro. Tante le persone che attendevano di essere risarcite. Il numero delle vittime non è chiaro, visto che non tutte le persone raggirate da Massimo Bochicchio hanno intenzione di far accendere i fari della finanza sui propri capitali. Neanche la cifra sottratta dal broker dei vip è ben definita, sicuramente superiore ai 70 milioni di euro, il denaro che gli era stato sequestrato lo scorso 26 novembre quando ai suoi polsi scattarono le manette dei militari della Guardia di Finanza, su disposizione del gip di Roma. Di certo c’era solo il processo che Bochicchio avrebbe dovuto affrontare, difeso dall’avvocato Gianluca Tognozzi. Ma, adesso, con la sua morte, quel processo non si svolgerà più. In base a quanto emerso dalle indagini, Bochicchio, attraverso due società inglesi a lui stesso riconducibili e prive della necessaria autorizzazione a operare, avrebbe prestato abusivamente servizi di investimento e di gestione collettiva del risparmio. Arrestato a Giacarta dagli uomini dell’Interpol che avevano seguito le sue tracce tra Hong Kong e Singapore, Bochicchio era agli arresti domiciliari. E si trovava fuori da casa nelle due ore di permesso quotidiano che gli erano state concesse. Secondo i primi accertamenti della polizia locale avrebbe perso il controllo del mezzo schiantandosi contro un muro. "La moto è esplosa", ha rivelato un testimone a La Repubblica di Roma. "Dal rumore sembrava un Bmw", dice un altro. Prima l’impatto, poi le fiamme, hanno reso impossibile per diverse ore identificare la vittima, di cui dovranno essere accertate le cause della morte, per escludere tutte le ipotesi che ronzano inevitabilmente intorno alle vittime del broker e agli investigatori.

Marco Principini