di Giulia Prosperetti "Non è ancora chiaro se si sia verificato un aumento dei casi di epatite o un aumento della consapevolezza dei casi di epatite che si verificano al tasso previsto ma non vengono rilevati. L’adenovirus rimane un’ipotesi possibile, ma non spiega completamente la gravità del quadro clinico e, pertanto, proseguono le indagini per individuare l’agente eziologico". Dopo il focus sul Regno Unito pubblicato lo scorso 15 aprile, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) torna a fare il punto sull’epatite acuta e grave di origine sconosciuta che ha colpito in tutto il mondo almeno 169 bambini di età compresa tra 1 mese e 16 anni in 12 Paesi, portando in 17 casi a un trapianto di fegato e causando, ad oggi, una vittima. Nel dettaglio al 21 aprile sono stati registrati 114 casi nel Regno Unito, 13 in Spagna, 12 in Israele, 9 negli Stati Uniti, 6 in Danimarca, meno di 5 in Irlanda, 4 nei Paesi Bassi, 4 in Italia, 2 in Norvegia, 2 in Francia, un caso in Romania e un’altro in Belgio. Il bilancio è in continuo aggiornamento e nella circolare diffusa sabato il ministero della Salute contava per l’Italia – in Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto – 11 segnalazioni di cui 2 casi confermati; 4 casi ‘sospetti’; 2 ‘possibili’ e altri 2 ’in corso di valutazione’. Tra questi la positività per adenovirus o per Sars-Cov-2 è stata per ora riscontrata solo in due casi sospetti. Complessivamente l’Oms ha rilevato la presenza di adenovirus in 74 casi di epatite di cui 18 sono stati identificati come F 41 "un tipo di adenovirus mai collegato – sottolinea l’Oms – a tale presentazione clinica". Il Sars-CoV-2 è stato, invece, identificato in 20 casi e in 19 bambini è stata rilevata una coinfezione da Sars-CoV-2 ...
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