Enoteche in rivolta: "Il nuovo Dpcm mantiene lo stop alle 18"

L'associazione Vinarius sulle strutture non di mescita: "Errore nell'indicazione dei codici Ateco. Siamo negozi come gli altri e veniamo penalizzati"

Enoteche sul piede di guerra

Enoteche sul piede di guerra

Roma, 27 febbraio 2021 - Enoteche in subbuglio dopo aver letto la bozza del nuovo Dpcm (qui il testo in Pdf) che dal 6 marzo sostuirà il vecchio Dpcm 16 gennaio. L'Associazione delle enoteche italiane, Vinarius, sottolinea infatti che il nuovo provvedimento - a quanto si è potute leggere dalle anticipazioni  -non cancellerebbe l'obbligo di chiusura anticipata delle enoteche disposto dal Dpcm attualmente in vigore, che vieta la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica dopo le ore 18. 

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Sardegna prima regione zona bianca

Il problema - che riguarda le enoteche non di mescita ma quelle dove si effettua solo attività di vendita -  è nato dall'indicazione negli allegati del Dpcm dei codici Ateco (quello delle enoteche indicato è 47.25) che individuano le diverse categorie merceologiche. L'effetto è che le enoteche sono parificate in pratica ai bar per i quali è vietata l'asporto dalle 18.

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"Siamo seriamente allarmati e increduli all'idea che si possa nuovamente incorrere in quello che è stato in tutta evidenza un equivoco contenuto nel precedente decreto, che aveva penalizzato l'operatività delle enoteche, codice Ateco 47.25, dopo le ore 18", osserva il presidente di Vinarius, Andrea Terraneo. Succede che le enoteche così classificate, "non sono enoteche di mescita, ma negozi di vendita al dettaglio esattamente come la Gdo, gli alimentari non specializzati, fruttivendoli, macellerie che giustamente non sono stati colpiti da questa norma. Preghiamo pertanto le forze politiche di andare a rileggere la definizione del Codice Ateco 47.25". Terraneo chiude: "Ci auguriamo che quella che è stata diffusa online sia solo una bozza errata e che invece il nuovo Dpcm eviterà fattivamente una riedizione di questa stortura fortemente discriminatoria".