Martedì 23 Aprile 2024

Emmott: "Per l’Europa è meglio al Quirinale"

L’ex direttore dell’Economist: "Sette anni da Capo dello Stato una garanzia maggiore. L’importante è non avere premier di estrema destra"

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di Elena G. Polidori

Bill Emmott, ex direttore dell’"Economist" e autorevole osservatore internazionale, per l’Italia sarebbe meglio che Mario Draghi andasse al Quirinale oppure che rimanesse premier fino al 2023?

"La questione non è Draghi in un ruolo o in un altro, il problema è l’instabilità politica italiana. E anche considerando Draghi perno del ragionamento, non vedo grandi alternative; rimanere premier un anno e mezzo o due prima di andare comunque a nuove elezioni non cambia granché le cose. Se posso esprimere un parere personale, meglio Draghi sette anni al Quirinale che due ancora da premier".

Eppure il dibattito politico in corso è se convincere il presidente Mattarella a restare ancora un altro anno e consentire a Draghi di portare avanti il più possibile il suo mandato...

"Non credo che Mattarella accetterà. Lo ha già detto e fatto capire in più situazioni. E poi il centrodestra non potrebbe sostenere questo governo tecnico ancora a lungo, anche se ‘SuperMario’ facesse miracoli dal punto di vista economico e di rilancio del Paese. Prevedo, invece, che il centrodestra potrebbe alzare il prezzo se fosse proposto un “Mattarella bis” per quanto a tempo determinato".

E quale sarebbe il ‘prezzo’?

"Quello per esempio di chiedere che le elezioni del Capo dello Stato avvengano dopo le elezioni politiche in modo da avere una maggioranza di centrodestra che elegge il nuovo presidente. Se i sondaggi fotografano la realtà in modo nitido, non vedo possibile che ci sia una nuova maggioranza politica diversa dal centrodestra e questo lo sanno bene anche loro…".

Però ci avrà pensato anche il centrosinistra…

"Certo, e proprio per questo credo che alla fine nessuno chiederà a Mattarella di restare. Insomma, meglio un Draghi oggi al Quirinale che chissà chi tra un anno con una situazione economica tutta da rilanciare…"

Emmott, non pensa che l’Europa potrebbe non gradire il passaggio di Draghi al Quirinale? Forse l’Unione si sente più garantita dall’azione politica di Draghi premier, sotto il profilo dell’applicazione del Recovery, che da un Draghi in posizione diversa.

"No, non credo, anche perché i tempi di rilancio dell’economia e delle riforme del sistema italiano si spalmano lungo sette anni e neanche ‘superMario’ è in grado di garantire che cosa accadrà da qui a sette anni, neanche lui è davvero un supereroe chiaroveggente. E anche in Europa si capisce tranquillamente che nessuna garanzia è davvero possibile, soprattutto con in uno scenario post pandemico e con l’instabilità politica che da sempre contraddistingue l’Italia".

Che cosa preoccupa l’Europa?

"La possibilità che al governo salgano persone di estrema destra, un po’ come in Francia si teme Marine Le Pen. Anche per queste considerazioni, Draghi al Quirinale oggi è forse meglio di un governo di estrema destra domani con Draghi completamente fuori dai giochi. Per l’Italia, almeno".