Emergenza incidenti: "Più controlli e prevenzione. Bisogna parlarne a scuola"

Il senatore Bergesio ha sollevato la questione in Parlamento ottenendo la risposta di Giorgia Meloni

Senatore Bergesio, in Aula al Senato, durante il dibattito sulla fiducia al nuovo governo, ha inaspettatamente ottenuto una risposta diretta da Giorgia Meloni su un tema caldissimo, quello degli incidenti stradali. A suo parere, il problema è un’emergenza nazionale?

"Credo di sì, perché, in base ai numeri del 2019, anno pre-Covid, i morti accertati per incidenti stradali furono 3.173, mentre nel 2021 sono stati 2.875. E anche il numero degli incidenti con lesioni fa impressione: oltre 172.000 nel 2019 e oltre 151.000 nel 2021, alcuni dei quali con feriti che riporteranno conseguenze drammatiche per il resto della vita. E purtroppo nel 2022 il dato progressivo è in crescita rispetto agli anni precedenti. Si tratta di una piaga che ha un costo sociale: per il solo 2019 è stato valutato superiore ai 16 miliardi di euro".

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Servono più controlli o un intervento normativo più incisivo?

"Il tema è legato alle cause. Quattro incidenti su 10 avvengono per distrazione, mancato rispetto della precedenza oppure velocità elevata. La prevenzione va sicuramente migliorata, così come la verifica della rete stradale, sia essa comunale, provinciale, regionale o statale. Infatti la maggior parte degli incidenti avviene sulle strade urbane, circa il 70%. Mentre il numero di morti sale al 47,5% sulle extraurbane. Concordo con Meloni che più che appesantire il quadro normativo, sarebbe meglio inserire nei programmi scolastici attività di sensibilizzazione".

C’è un problema legato anche ai controlli che, di fatto, sono pochi e non costituiscono un deterrente; pensa che un aumento degli agenti su strada migliorerebbe la situazione?

"Sì, occorre da subito investire in un ampliamento dell’organico delle forze dell’ordine. Nel 2015 la legge Madia ha tagliato di oltre 40.000 unità il personale, ben 10.000 solo nella polizia di Stato. La chiusura di alcuni presidi come stazioni di carabinieri o di polizia sul territorio per la carenza di personale ha ridotto la possibilità di aumentare i controlli. La causa sono le scelte politiche, non l’operatività delle forze dell’ordine, a cui va invece riconosciuta una grande capacità di impegno e sacrificio. Adeguiamo gli organici alle necessità: solo così potremo avere la certezza che i controlli saranno migliorati".

Quali sono i dati che l’hanno convinta, in Aula, a sollevare questo problema?

"Ho incontrato nelle scorse settimane tanti familiari delle vittime di incidenti stradali, e ho trovato in loro tanto dolore e rabbia per quelle vite strappate in modo tragico e improvviso. Ho promesso loro che avrei sensibilizzato sul tema il Parlamento e il Governo. Ho molto apprezzato la partecipazione della premier Giorgia Meloni, insieme con alcuni ministri di questo governo, al funerale del giovane Francesco (Valdiserri, ndr). Mi creda: questo ha rappresentato a mio avviso una forte testimonianza di vicinanza a tutte le famiglie coinvolte in questo enorme dramma. Non c’è distinzione nel dolore se la tragedia avviene a Roma oppure altrove, nel nostro Paese. Per quanto mi riguarda, sono partito dall’analisi della situazione della mia provincia, Cuneo, che fa registrare un primato di cui non andiamo certo orgogliosi: quello del numero di morti in incidenti stradali tra i più elevati rispetto alla popolazione. Nel 1998, l’anno precedente a quello in cui sono stato eletto consigliere provinciale, i morti accertati furono 138, cifra mai raggiunta. La provincia di Cuneo ha circa 7.000 chilometri di strade, di cui 3.300 in carico all’ente Provincia. Sollecitai da subito con interrogazioni, dossier, ordini del giorno, interventi efficaci. Ed effettivamente negli anni a seguire vennero fatti interventi importanti, sia in tema di lavori pubblici sia di prevenzione e controlli. Oggi, dato del 2021, le vittime sono scese a 48, ma non basta: dobbiamo fare di più per evitare queste stragi. Come previsto anche dal Piano Nazionale della Sicurezza, che ha recepito le indicazioni della Commissione dell’Unione europea con l’obiettivo di un dimezzamento delle vittime entro il 2030, per arrivare allo zero nel 2050".

Molti incidenti sono legati all’abuso di droghe e alcol; ritiene che le attuali normative siano troppo permissive, soprattutto sul secondo fronte, quello degli alcolici?

"In base alle rilevazioni delle forze dell’ordine, circa il 10% degli incidenti vede coinvolti conducenti dei veicoli che hanno assunto alcolici in modo importante. Senza contare poi che oltre il 3% rileva assunzione di sostanze stupefacenti. Anche qui un’attività di prevenzione e controllo diventa fondamentale, a partire dalle iniziative di sensibilizzazione rivolte ai ragazzi in età scolastica".

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