Embargo del petrolio, prezzi di benzina e diesel in aumento

I rincari si stanno mangiando il bonus del governo per calmierare i costi al consumatore

Roma, 1 giugno 2022 - I nuovi aumenti del petrolio si stanno mangiando il bonus del governo per calmierare i prezzi al distributore. Il primo effetto delle nuovi sanzioni Ue contro la Russia è stata un’impennata dei prezzi del greggio americano, il Wti, che ieri ha sfiorato il record storico dei 120 dollari al barile e poi ha chiuso a 117,7 dollari (+2,2%), mentre il Brent europeo ha chiuso a 118,7 dollari (+1%). Le quotazioni sono già aumentate del 60% quest’anno, a causa delle tensioni geopolitiche in atto. E l’accordo raggiunto al Consiglio europeo sul nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia, il sesto, ha fatto il resto.

Perché la benzina continua ad aumentare nonostante i bonus: il fattore Cina

Benzina e gasolio in rialzo 

Caro benzina
Caro benzina

GAS

Nel frattempo, il Cremlino ha deciso di chiudere il rubinetto del gas ad altri due Paesi, Olanda e Danimarca, che si sono aggiunte a Polonia, Bulgaria e Finlandia nel rifiuto di piegarsi al diktat di Putin di pagare le forniture energetiche in rubli. Gazprom ha annunciato di avere già sospeso le forniture verso l’Olanda, dopo che l’azienda olandese GasTerra si è rifiutata di pagare in rubli. E oggi, 1° giugno, tocca alla Danimarca.

ITALIA

Per quanto riguarda l’Italia, l’embargo al petrolio russo ha già avuto forti ripercussioni alla pompa, con Eni che ha aumentato di tre centesimi al litro i prezzi consigliati della benzina e di due cent al litro quelli del gasolio. Listini in crescita anche per IP con un rialzo di un cent al litro su benzina e gasolio. Le medie dell’Osservatorio prezzi del Mise, elaborate dalla Staffetta, vedono la benzina self service a 1,9 euro al litro e il diesel a 1,82 euro al litro. Di questo passo, gli automobilisti saranno costretti a fare i conti con il caro carburanti ancora a lungo. Non va tra l’altro dimenticato che gli attuali prezzi di benzina e diesel godono già della sforbiciata alle tasse del decreto taglia accise. Il beneficio scadrà l’8 luglio, proprio all’inizio delle vacanze estive. In attesa di ulteriori sviluppi dell’invasione russa dell’Ucraina, l’occhio è quindi rivolto al governo, nella speranza che trovi una soluzione in vista dei giorni più caldi dell’anno.

APPROVVIGIONAMENTI

Dal punto di vista degli approvvigionamenti, invece, non ci saranno problemi visto che, a differenza del gas, solamente il 10-13% del greggio che entra nel nostro Paese arriva dalla Russia. Mosca figura al quinto posto tra i fornitori petroliferi nazionali: prima ci sono Azerbaigian, Libia, Iraq e Arabia Saudita.

EMBARGO

Con il sesto pacchetto di sanzioni, l’Ue taglierà del 90% le importazioni di petrolio dalla Russia entro la fine dell’anno, con oltre due terzi dell’import (quello spedito via nave) coperto immediatamente. Il restante terzo, che scorre nel gasdotto Druzhba, non sarà interessato, per ora, dopo l’opposizione dell’Ungheria. L’embargo riguarderà il 90% di tutte le importazioni dalla Russia una volta che Polonia e Germania, anch’esse collegate all’oleodotto, smetteranno di acquistarlo entro la fine dell’anno.

MERCATI

È vero che l’embargo si concretizzerà pienamento solo per la fine dell’anno, ma i mercati si muovono in anticipo e stanno già scontando i nuovi prezzi, che si ribaltano poi sui prodotti raffinati e alla fine sui bilanci di famiglie e impresa. Il petrolio, trasportato per lo più via nave, è più facilmente sostituibile del gas, trasportato soprattutto via tubo, ma in ogni caso bisogna trovarlo e comprarlo, per cui ci vorrà tempo per sostituire quello russo. Questo aumento della domanda beneficerà i principali concorrenti della Russia, che è il terzo produttore mondiale.

FATTORI CALMIERANTI

Ci sono due fattori che potrebbero raffreddare i prezzi. Il primo è l’Opec+, il cartello dei maggiori produttori, che potrebbe decidere, nella riunione del 2 giugno, di alzare il livello della produzione oltre i 400mila barili del piano post pandemia, ma è probabile che non lo farà: il segretario dell’organizzazione, Mohammad Barkindo, ha ribadito che non è possibile per gli altri produttori sostituire l’offerta russa. Il secondo fattore è la Cina. Se ci saranno nuovi lockdown, sull’esempio di Shanghai, questo potrebbe rallentare l’economia cinese e quindi raffreddare le quotazioni, mentre la prospettiva di un allentamento del lockdown di Shanghai, che con il 1° giugno dovrebbe tornare quasi alla normalità, sta soffiando sul fuoco dei prezzi.