Martedì 23 Aprile 2024

Caso Orlandi, primi risultati dalle ossa. "Non troppo degradate"

Fonti a 'Chi l'ha visto': "I resti non sono della moglie del custode"

Polizia davanti alla Nunziatura dove sono state trovate le ossa (Ansa)

Polizia davanti alla Nunziatura dove sono state trovate le ossa (Ansa)

Roma, 5 novembre 2018 - Il rebus attorno alla scomparsa di Emanuela Orlandi non verrà sciolto prima di una decina di giorni. Ci vorrà infatti più di una settimana per avere le prime certezze sui resti ossei trovati nei giorni scorsi in un sottoscala di un locale attiguo alla sede della Nunziatura Apostolica in via Po, a Roma. Ma un primo indizio c'è: "Le ossa non sembrano troppo degradate", rivela Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell'Università di Roma Tor Vergata.

Caso Orlandi, trovate altre ossa nella villa dei misteri

Parallelamente, una prima risposta ai molti dubbi circolati dopo il macabro ritrovamento sarebbe già arrivata. Le ossa ritrovate "non sono della moglie del custode" che ha alloggiato nell'edificio all'interno di Villa Giorgina. L'anticipazione è di 'Chi l'ha visto?': secondo fonti del programma di Raitre, infatti, la donna non è scomparsa. Nei giorni successivi al ritrovamento si era parlato di litigi all'interno della coppia che avrebbero potuto degenerare in un omicidio.

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha spiegato: "Gli esami sulle ossa sono iniziati oggi. A noi lo ha riferito il procuratore. E' presto per avere certezze sul Dna, occorrono almeno otto-dieci giorni, ci hanno detto". Ai cronisti Pietro ha poi aggiunto: "Vogliamo capire chi per primo ha associato questo ritrovamento alla vicenda di mia sorella Emanuela e di Mirella Gregori (altra adolescente scomparsa il 7 maggio 1983 e mai più ritrovata, ndr). Anche su questo attendiamo risposte dagli inquirenti". Gli investigatori della polizia scientifica puntano a stabilire età, sesso e eventuale data della morte

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L'analisi sulle ossa: tutte le ipotesi in campo

Emanuela, cittadina vaticana, era sparita a Roma in circostanze mai chiarite il 22 giugno del 1983, all'età di 15 anni. Adesso l'esame del Dna potrebbe fare luce su un mistero lungo 35 anni.  Gianni Arcudi, che dirige i test, ha spiegato: "Le ossa, proprio come il Dna, parlano e raccontano una storia. A patto però di trattarle con cura, altrimenti restano mute. So che c'è attesa su quello che potranno dirci le ossa della Nunziatura. Da parte nostra cercheremo di avere delle risposte da dare nei prossimi giorni. Inizieremo a impostare il lavoro: per prima cosa - spiega l'esperto - bisognerà pulire le ossa, che erano interrate.  Dopodiché dovremmo classificare tutto quello che abbiamo - prosegue - stabilendo quali ossa sono presenti e quali mancano. Quindi inizieremo l'analisi vera e propria: le caratteristiche delle ossa ci permetteranno di stabilire il sesso, l'età, l'altezza" dei soggetti a cui appartenevano. E, possibilmente, le probabili cause del decesso.

SCHEDA / Ecco come si estrae il Dna nelle ossa