Giovedì 25 Aprile 2024

Elisabetta resta in Scozia La nomina del premier sarà storica

Confermati i problemi di salute, l’investitura del nuovo primo ministro sarà a Balmoral: mai successo prima

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LONDRA

Ciò che si temeva è stato confermato da Buckingham Palace. La regina Elisabetta non ce la fa a muoversi e a sopportare lo strapazzo di un viaggio extra a Londra: sarà quindi costretta a presiedere dal castello di Balmoral – nel cuore di quella Scozia tanto cara alla dinastia dei Windsor, quanto paradossalmente percorsa da fremiti secessionisti. Il passaggio di consegne previsto la settimana prossima fra il primo ministro uscente Boris Johnson e chi gli succederà in veste di nuovo leader Tory a Downing Street, quindicesimo capo del governo britannico nei 70 anni di un regno iniziato quando al potere, dietro il portoncino di Number 10, si stagliava ancora la figura d’un certo Winston Churchill.

Si tratta della prima rinuncia del genere in sette decenni per la figlia di Giorgio VI, classe 1926, giunta da poco – dopo aver superato nell’ultimo biennio la prova della perdita dell’inseparabile consorte Filippo, quella dei vari lockdown, un rarissimo ricovero lampo in ospedale e persino un contagio da Covid –al traguardo da record del Giubileo di Platino. La nota di palazzo glissa sui motivi di questa decisione.

Ma le anticipazioni rimbalzate sui giornali dai giorni scorsi non lasciano dubbi: è l’effetto dell’ennesimo stop imposto dai medici di corte, legato presumibilmente a quei problemi di deambulazione che l’anziana monarca aveva confessato in prima persona nei mesi scorsi. Problemi che l’hanno già obbligata "controvoglia" a disertare di recente, fra l’altro, vari appuntamenti istituzionali importanti. Inclusi alcuni eventi delle celebrazioni pubbliche del Giubileo o addirittura l’inaugurazione dell’anno parlamentare 202223 a Westminster (con il cosiddetto Queen’s Speech affidato all’inedita lettura dell’eterno erede al trono 73enne Carlo). La modifica dei programmi sull’insediamento di un primo ministro appare in ogni modo ancor più eclatante, dal punto di vista simbolico e non solo; tanto più tenuto conto che solo tre settimane fa era stata comunicata apertamente l’intenzione della sovrana di rientrare da Balmoral – residenza scozzese in cui è solita trascorrere un periodo di vacanze estive compreso fra agosto e la fine di settembre – a Londra (o a Windsor) per accogliere le dimissioni formali di Johnson e affidare a la guida del "Suo governo" a chi lo rimpiazzerà al vertice del partito di maggioranza.

Un ripensamento annunciato per ironia del destino nel giorno del 25esimo anniversario della morte di Diana, ‘principessa del popolo’ che a suo tempo rischiò di rappresentare una sorta di nemesi per Elisabetta II. Ma soprattutto destinato a rinnovare gli interrogativi (se non gli allarmi immediati) sulla salute di Sua Maestà, lucida a dispetto dell’anagrafe e tuttavia alle prese con qualche fragilità inevitabile a 96 anni suonati; o se non altro sull’adeguatezza delle sue condizioni attuali allo svolgimento delle funzioni essenziali richieste a un capo di Stato, al di là della tempra ferrea e della volontà ripetutamente manifestata di continuare ad assolvere ai propri doveri fino all’ultimo.

red. est.