Elisa Claps, riapre la chiesa-sepolcro. La famiglia contro il vescovo: un’offesa

Chiusa dal ritrovamento del corpo nel 2010, al via i lavori di restauro. Il fratello della 16enne trucidata: dalla Curia solo menzogne

l Ris fuori dalla canonica della chiesa della Santissima Trinità nel 2010

l Ris fuori dalla canonica della chiesa della Santissima Trinità nel 2010

Riapre al culto la chiesa che fu per 17 anni il "sepolcro" di Elisa Claps, la sedicenne di Potenza stuprata e uccisa dal suo spasimante, il ventenne Danilo Restivo, figlio del direttore della Biblioteca nazionale di Potenza. Ad annunciare l’avvio dei lavori nella chiesa della Santissima Trinità è l’arcivescovo di Potenza, Salvatore Ligorio. Dureranno fino alla primavera del 2022 e costeranno 2,4 milioni di euro.

"I fondi – precisa il monsignor lucano – sono regionali e della Conferenza Episcopale Italiana. Una volta riaperta al culto, la chiesa si inserirà nella riorganizzazione pastorale per il centro storico di Potenza". La scomparsa straziante e l’agghiacciante ritrovamento del suo cadavere nel sottotetto della canonica sono elementi ancora laceranti per la famiglia Claps. Il vescovo ricorda di aver parlato con la mamma, Filomena Iemma. "Ho avuto contatti con la mamma della cara Elisa Claps, assicurandole la mia vicinanza nella preghiera e informandola dell’inizio dei lavori".

Parole che non abbassano la tensione tra la Chiesa potentina e la famiglia. Tanto che Gildo, il fratello di Elisa, tuona: "Questa riapertura offende la memoria di mia sorella. La posizione della famiglia Claps rimane la stessa di sempre, non è ammissibile, con un colpo di spugna, cancellare oltre 17 anni di omissioni e menzogne oltraggiando la memoria di Elisa e la sensibilità di quanti non vorrebbero che in quella chiesa si tornasse a celebrare". Per Gildo, la scelta di riaprire il portone della chiesa e di officiare messa, è di "pessimo gusto". Una posizione ostile così motivata: "Su quanto accaduto dopo il 12 settembre del 1993 (giorno della scomparsa di Elisa, ndr) e all’alba del ritrovamento il 17 marzo 2010 non si è mai raggiunta una verità giudiziaria né tantomeno storica e su questo punto la Curia potentina, prima di parlare di riapertura al culto, ha l’obbligo morale di fare chiarezza".

Il film dell’orrore inizia un sabato, l’11 settembre 1993, quando dopo un corteggiamento serrato, sempre rifiutato, Elisa accetta di vedere il giorno dopo, nella Santissima Trinità, il giovane Restivo. Da quella chiesa la sedicenne non uscirà più viva, uccisa con 12 coltellate dopo essere stata violentata. Il giorno dopo iniziano le ricerche, ma il parroco, don Mimì Sabia, grande amico del papà di Danilo, l’avvocato Maurizio, uomo colto e carismatico, chiude la chiesa per un periodo di riposo. Qualche ora prima il giovane si era presentato all’ospedale, con un taglio sul dorso della mano e i vestiti sporchi di sangue. "Sono caduto", dice ai medici. Per anni il corpo non si trova e sulla vicenda si allungano ombre, depistaggi e strani suicidi.

Restivo continua a coltivare le sue morbose ossessioni per le donne, stavolta si dedica a quelle grasse o deformi. Inizia una relazione virtuale con una di 15 anni più vecchia di lui, obesa e residente a Bournemouth nel Regno Unito. Si trasferisce da lei e la sposa. La sua dirimpettaia è Heather Barnett, 48 anni, sarta, madre di due figli di 11 e 14 anni. Restivo si presenta a casa sua dicendo, nel suo inglese smozzicato, di voler commissionare delle tende. Qualche giorno dopo, il 12 novembre 2002, Heather viene trovata dalla figlia nel suo bagno, i seni mutilati, la testa staccata dal collo. Arrestato, è condannato all’ergastolo.

Sono passati 17 anni dalla morte di Elisa, don Mimì è morto e il suo successore don Wagno avverte le autorità di una macabra scoperta, fatta da operai venuti a controllare una perdita d’acqua, nel sottotetto della canonica. Sotto un mucchietto di tegole c’è il corpo mummificato della sedicenne. È l’ultima sua prigione, Restivo si becca altri 30 anni. Ma non tutto torna: nessuno che si sia accorto di nulla? E chi ha trascinato Elisa nel sottotetto?