Elezioni in Serbia, il filorusso Vucic verso il bis

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BELGRADO – A meno di colpi di scena nella notte, l’attuale presidente, il populista Aleksandar Vucic, si aggiudica il secondo mandato come numero uno della Serbia e pone una seria ipoteca sul ruolo di uomo forte dellaregione. Le urne si sono chiuse in serata, a conclusione di una giornata elettorale di tre votazioni simultanee: presidenziale, parlamentare e municipali in più di 15 grandi città. L’affluenza, secondo l’Ong Center for Free Elections and Democracy (CeSID), la partecipazione al voto ha raggiunto il 54,6% un’ora prima della chiusura delle urne, la percentuale più alta dal 2016, con una tendenza verso il 60 per cento.

I risultati ufficiali, però, arriveranno solo tra la notte e la mattinata di domani. Ma, in assenza di exit poll, che non vengono diffusi in Serbia, restano valide le più recenti previsioni degli istituti demografici, che prevedono la rielezione, a maggioranza assoluta, dell’attuale Capo dello Stato, l’ex ultra nazionalista Vucic. Se questa previsione fosse confermata, come sembra, Vucic, divenuto europeista, pur con chiare simpatie e lealtà verso Mosca, potrebbe evitare di dover andare a un secondo turno elettorale per rinnovare con altri 5 anni il suo mandato.

Tra i sette rivali di Vucic un ruolo chiave è stato quello del generale in pensione Zdravko Ponos, di orientamento centrista, candidato della coalizione di opposizione "Uniti per la vittoria della Serbia, una figura apartitica che ha il vantaggio sia di riflettere le inclinazioni nazional-conservatrici della maggioranza dell’elettorato serbo, sia di essere un outsider senza esperienze politiche compromettenti.

Red. Est.