Giovedì 25 Aprile 2024

Elezioni d’autunno, stallo sulla data Forse il 3 ottobre (ma Meloni non ci sta)

Slitta la scelta. La leader Fd’I contro l’accordo in maggioranza: ha deciso il Pd

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Sembrava tutto fatto, con l’accordo in Consiglio dei ministri. Sulla data delle prossime elezioni, amministrative e suppletive, sembravano non esserci dubbi: gli italiani sarebbero andati alle urne il 3 ottobre. Eppure non è andata così. Nel Cdm che ha visto la maggioranza confrontarsi sullo spinoso tema della giustizia, alla fine la questione della data è rimasta fuori. Almeno per ora.

Sulla data del voto, in realtà, il confronto tra i partiti è stato tutt’altro che pacifico. Per tutta la giornata, infatti, Giorgia Meloni, leader del più forte partito dell’opposizione (Fd’I sarebbe accreditato del 20% secondo i sondaggi), aveva tuonato contro quella che ha chiamato "un insulto al confronto democratico". L’insulto sarebbe stato proprio il voto il 3 ottobre. Ma perché? Perché, sottolinea la Meloni, al momento del rinvio del voto era stato preso un impegno da tutti i partiti per andare alle urne il 10 ottobre, e invece l’anticipo di una settimana sarebbe stato chiesto con insistenza dal Pd. "Probabilmente nel patetico tentativo di provare a blindare i suoi sindaci uscenti e togliere ai cittadini giorni preziosi per conoscere candidati e programmi", spiega ancora la leader di Fratelli d’Italia.

Chissà che non sia stata anche l’opposizione irremovibile della Meloni a frenare, almeno per il momento, la scelta del 3 ottobre. D’altra parte, non si era limitata alla polemica ma aveva lanciato l’appello alle altre forze politiche a ridosso del Cdm: " Mi auguro che i partiti della maggioranza che a parole non sono favorevoli ad anticipare la data del voto, lo dimostrino anche coi fatti e non si facciano dettare la linea dal Pd ancora una volta".

red. pol.